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La speranza non delude

Spes non confundit (Rm 5,5) (Bolla di indizione del Giubileo ordinario dell’Anno 2025, di Francesco, Vescovo di Roma, Servo dei Servi di Dio). Messa del Miracolo, Inaugurazione dell’Anno Santo, Milano, Santuario di Santa Maria dei Miracoli presso San Celso - 30 dicembre 2024

30 Dicembre 2024

1. Venuto a mancare il vino: la rabbia.

Come ha reagito lo sposo, quando il vino viene a mancare?

Lo sposo ha reagito con la rabbia. Si è arrabbiato con quelli di cui si era fidato per l’organizzazione della festa: sembravano affidabili, invece l’hanno deluso. Si è arrabbiato con i suoi consiglieri, con i suoi genitori, con tutti quelli che ha ritenuto colpevoli del fallimento. Si è arrabbiato con Dio perché ha fatto succedere queste cose. Si è arrabbiato con sé stesso, perché doveva controllare di persona i preparativi.
Di fronte al fallimento la rabbia: è il sentimento della ribellione, perché il mondo non è come dovrebbe essere, come abbiamo diritto di aspettarci.
Di fronte al fallimento la rabbia: è il risentimento, perché qualcuno deve avere la colpa di quello che è andato male.
Di fronte al fallimento la rabbia: è l’insensata voglia di violenza nel constatare di essere impotenti di fronte al fallimento (la violenza: in famiglia, nei rapporti con i colleghi, i dipendenti, le persone che si incontrano ogni giorno)

 

2. Venuto a mancare il vino: la depressione.

Come ha reagito la sposa, quando il vino viene a mancare?

La sposa ha reagito con la depressione, lo scoraggiamento.
“Ecco non siamo capaci di fare niente: se anche il giorno più importante della vita, se anche la festa più preparata finisce in un fallimento, che cosa sarà della vita intera? La vita, le nozze, le responsabilità sono impegni e sfide troppo gravosi: non siamo all’altezza, non siamo capaci di fare niente così come dovrebbe essere fatto.
Anch’io sono un fallimento, non valgo niente, non c’è modo di riuscire in qualche cosa. Che cosa penseranno di noi gli invitati? Penseranno che siamo dei poveracci, inadatti alla vita, incapaci di far festa, inaffidabili e fallimentari”.
Di fronte al fallimento la depressione: ho sbagliato in qualche, cosa quindi sono uno sbaglio; ho fallito in una impresa, quindi sono un fallimento.

 

3. Venuto a mancare il vino: l’indifferenza.

Come hanno reagito i servitori, quando il vino viene a mancare?

I servitori hanno reagito con l’indifferenza. A loro non importa niente se la festa finisce in un fallimento. Non è la loro festa. Non hanno responsabilità. Non sono né parenti né amici degli sposi. Prestano servizio: può essere qui, può essere altrove.
Certo questa è una cosa da raccontare, una festa di nozze finita senza vino. Nell’indifferenza c’è anche quella curiosità sciocca e quel gusto per la mormorazione che contribuisce a rovina la buona fama degli altri.
Quelli che fanno festa, per altro, sono sempre anche un po’ antipatici per i servitori: pretendono e non si curano di loro. Nell’indifferenza c’è anche un malizioso compiacersi delle sventure altrui.

 

4. Venuto a mancare il vino: la madre del Signore Gesù.

Come ha reagito la madre del Signore Gesù, quando viene a mancare il vino?

La madre si mette a pregare, si rivolge al Figlio per chiedere come può essere che la promessa di gioia di due giovani sposi sia rovinata e che la festa preparata sia un fallimento.
Maria prega e invita a pregare e chiede ai servitori di ascoltare la parola di Gesù e di metterla in pratica.
Maria prega: la preghiera di Maria è l’apertura all’opera di Gesù.
La preghiera non è la pretesa che il Signore realizzi quello che si ha in mente, la preghiera non è insegnare al Signore quello che dovrebbe fare, non è chiedere al Signore di essere alleato dei nostri progetti.
Maria prega: non c’è nessuna situazione in cui il Signore non possa rivelarsi come il salvatore.
Maria prega: non può restare indifferente al fallimento della festa e d’altra parte Maria è impotente, non può farci niente. Continua però a fidarsi di Gesù.
Maria prega: conosce Gesù, crede in lui, sa che Gesù desidera dare compimento al desiderio di gioia che abita nel cuore umano.

 

Per essere pellegrini di speranza siamo invitati a pregare per esprimere la fiducia nella promessa di salvezza e di gioia che si fa presente nella storia in Gesù.
La rabbia, la depressione, l’indifferenza sono forme troppo abituali per affrontare le vicende quotidiane e l’esperienza del fallimento.
La preghiera è quella relazione fiduciosa, disponibile, che si attende la salvezza e la invoca per farle spazio, capace di fidarsi e di pregare.