Dall’8 all’11 maggio la reliquia di Paolo VI sarà accolta al Sacro Monte di Varese. Lo scorso 29 novembre, visitando questo Santuario, tra i più famosi della diocesi, il cardinale Angelo Scola, nel corso di una delle prime eucaristie in onore del nuovo Beato, ci lasciò l’esplicito mandato di fare memoria viva, personalmente e insieme, del nostro Pastore cardinale Montini, divenuto poi papa Paolo VI.
La presenza fra noi per qualche giorno di una sua reliquia ci fa sentire ancora – nel mistero della comunione dei Santi – la sua vicinanza spirituale all’amato popolo ambrosiano, eletta porzione della Chiesa, che egli ha servito con totale abnegazione. Sant’Ambrogio, che nel IV secolo ne animò gli albori, ha avviato qui il culto a Maria come «madre di Cristo»; dopo di lui un altro Pastore saggio e ispirato l’ha presentata al mondo come «madre della Chiesa». E noi ci mettiamo alla loro scuola, poiché li consideriamo nostri maestri di vita: infatti, come ebbe a dire Montini in occasione della visita pastorale del 16 maggio 1961 a Santa Maria del Monte, «saliamo da Maria per andare da Gesù». La coincidenza del mese di maggio mette ancor meglio in luce l’importanza della devozione mariana all’interno della spiritualità cristiana: «Se vogliamo essere cristiani, dobbiamo essere mariani».
La preparazione
In vista della beatificazione sacerdoti di diverse classi, che hanno ripreso e attualizzato le omelie del cardinale Montini alle rispettive messe di ordinazione, ci hanno aiutato a riflettere sull’identità del sacerdozio in riferimento a Cristo, alla Chiesa e all’uomo d’oggi. In Santuario e nelle parrocchie che l’hanno richiesto sono stati proposti momenti ispirati al suo ricco magistero: “temi cristiani maggiori” negli esercizi spirituali popolari, la centralità dell’Eucaristia nelle Quarantore, e ora la sua stessa devozione verso la Madonna, che possiamo riscoprire e apprezzare nella sua valenza profetica in questo mese di maggio, rifacendoci alle sue encicliche, esortazioni apostoliche, omelie, udienze…
Un agile sussidio è stato approntato d’intesa col Santuario della Madonna delle Grazie a Brescia, presso cui don Giovanni Battista Montini celebrò la Prima Messa: il gemellaggio tra noi ci ha permesso di scambiarci molti contributi interessanti, di carattere storico e artistico, oltre che spirituale. Per tutto l’anno preghiamo insieme la Madonna rileggendo i testi del nuovo Beato e – speriamo – anche assimilando i suoi sentimenti e i suoi pensieri. Nello Spazio espositivo, inaugurato a settembre dal cardinale Dionigi Tettamanzi, si è aperto un altro canale in cui, anche grazie all’apporto di monsignor Pasquale Macchi, si valorizza l’arte come via della bellezza.
Il programma
Nei giorni in cui è presente la reliquia accoglieremo fedeli occasionali e pellegrinaggi organizzati: venerdì 8 maggio, dopo il rito di accoglienza nella messa del pomeriggio (ore 16.45), il vicario di zona monsignor Franco Agnesi presiede un’eucaristia serale, alle 21, per le parrocchie in visita al Santuario. A loro come ai vari gruppi, qui attesi nella bella stagione e per l’Expo, verrà offerta l’opportunità di celebrare la Messa votiva del Beato Paolo VI. Monsignor Pierantonio Tremolada, invece, aprirà la giornata seguente a partire dalle 7 presso la prima Cappella – come è tradizione ogni sabato – recitando il Santo Rosario, che Paolo VI considerava «il compendio di tutto quanto il Vangelo»: alla gente proveniente dalla città e dalla zona si uniranno i sacerdoti per concelebrare l’Eucaristia delle 8. Nel pomeriggio monsignor Mario Delpini, in rappresentanza dell’Arcivescovo, rivolgendosi ai quattordicenni della Diocesi, che saliranno questa sacra montagna, indicherà la santità come la comune vocazione di tutti i battezzati. I gruppi che lo desiderano potranno passare in Santuario, mettendosi sulle tracce – oltre che di San Francesco – anche del Beato Paolo VI. L’ultima celebrazione con la presenza della reliquia sarà in monastero, dalle Romite Ambrosiane, lunedì 11 maggio alle 8: nell’anno della Vita Consacrata rendiamo grazie a Dio per la loro testimonianza e preghiamo perché non manchi mai nella Chiesa questa “luce” che rende luminosa la “città sul monte”.