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Pensare e proporre l’itinerario come un’esperienza di Chiesa

La pedagogia dell’accoglienza

23 Ottobre 2012

Una pedagogia dell’accoglienza costituisce la condizione perché il percorso diventi autentico luogo di dialogo e riflessione. Non c’è vera relazione senza simpatia per l’altro, senza un cordiale abbandono dei pregiudizi. Le coppie che incontriamo hanno una loro ricchezza che va incoraggiata, coltivata e sostenuta.
L’accoglienza si attua anche attraverso la cura degli aspetti pratici: una organizzazione pensata, un lavoro attento sui materiali che vengono forniti… Anche gli spazi veicolano messaggi e significati: diverso è trovarsi in una casa, in chiesa, oppure in uno spazio comune… Si tratta sempre e comunque di fare in modo che i luoghi e le persone della comunità siano accessibili e comunichino presenza, calore, convivialità. È particolarmente istruttivo cercare di abbassare la soglia di ingresso nella Chiesa mettendosi nei panni di chi si riaffaccia, magari dopo molti anni, alla comunità. Tutta l’equipe è competente nel proporsi come accogliente verso tutti, nel saper accompagnare le singole storie, nel creare un clima di positiva convivialità.

«È fondamentale che i fidanzati possano incontrare subito un ambiente accogliente. La sua immagine è data dallo stile delle persone e da un insieme di piccole cose. Vi concorrono anche alcuni segni, come la cordialità e la decorosità. In una parola: un’atmosfera di famiglia». (La preparazione…parte I, n.8)

«È importante quindi che [i fidanzati] incontrino una Chiesa accogliente, che si accosta con premura al loro progetto di vita e che è disponibile ad accompagnarli in una storia di amore umanamente e spiritualmente ricca, anche dopo le nozze». (Orientamenti…, n.19)