1. Il peso del passato
Il passato è una miniera. Il passato è anche una discarica. Il passato è un peso da portare. Che cosa trovi quando ti concedi tempo per visitare il tuo passato?
Nella memoria si sono conservate le umiliazioni subite, quelle che ancora alimentano rabbia e risentimento. Nella memoria sono ben vive le esperienze dolorose, le ferite ingiuste, inaspettate: forse persone da cui mi aspettavo tanto bene si sono rivelate deludenti, addirittura pericolose. Persone che ci hanno fatto del male, che ci hanno raccomandato o forse anche imposto scelte
Nella memoria si conservano opere e pensieri, inadempienze e cattiverie che ancora sono motivo di vergogna, anche dopo tanti anni: ancora sorgono sensi di colpa per quella parola che ha offeso le persone amate, per quel silenzio che ha taciuto la parola necessaria, per quella decisione sbagliata che ha fatto nascere il sospetto di essere sbagliati.
Il passato può essere come una discarica, contenitore di quello che si vorrebbe buttare via, quello che puzza, quello che inquina la vita.
2. Il patrimonio del passato
La memoria malata custodisce tutto il male che fa ammalare. Ma la memoria può guarire, il fardello del passato può essere deposto e finalmente ci si può sentire libri e leggeri. Così si può vivere il Giubileo: la remissione dei peccati e il condono delle pene dei peccati. La memoria può guarire, proprio in questo Giubileo, proprio in questo momento di grazia. La memoria guarita porta alla coscienza i tesori inestimabili che hanno arricchito la vita.
Per questo Mosè raccomanda la memoria: «Ricordati che sei stato schiavo in Egitto». Ricordati: non dell’umiliazione, ma della liberazione. Ricordati: non del male sofferto, ma del bene ricevuto nell’opera di Dio che ti ha liberato. A questo siamo invitati tutti, sempre, ma in particolare questa può essere la grazia di questo Giubileo, di questo momento di grazia: la memoria guarita.
La memoria guarita non è la decisione di “mettere una pietra sopra” per dimenticare il male compiuto o il male subito, piuttosto è la disponibilità all’opera di Dio che libera e salva: anche le esperienze dolorose propiziano la via della sapienza; anche il male subito insegna quanto può essere doloroso il male e ispira il proposito di evitare di far del male agli altri; anche i peccati di cui si prova vergogna e senso di colpa possono diventare come ferite dentro le quali il Consolatore porta il rimedio della misericordia.
La memoria guarita diventa un patrimonio per alimentare la riconoscenza e ispirare il futuro.
3. I frutti della memoria guarita
La memoria delle opere che Dio ha compiuto nella nostra vita può diventare un principio di vita nuova, per opera di Dio.
Un primo tratto della vita nuova raccomandato da Mosè è la magnanimità, la generosa sollecitudine verso i poveri, «il forestiero, l’orfano, la vedova, perché il Signore di benedica in ogni lavoro delle tue mani». Ricordati che sei stato povero e perciò soccorri quelli che sono poveri. Le opere di misericordia corporali sono per tutti un “programma di Quaresima”.
Un tratto della nuova vita raccomandato dal Vangelo è la liberazione dal formalismo della relazione con Dio e della pratica della legge ridotte a precetti, regole, comandamenti in base ai quali giudicare gli altri. «Ecco, i tuoi discepoli stanno facendo quello che non è lecito fare in giorno di sabato».
Ancora un tratto importante deve essere segnalato per raccogliere l’indicazione della lettera ai Romani di Paolo. Quando la memoria è guarita, tutto si unifica intorno al Signore, il bene e il male, il quotidiano e lo straordinario, la serietà e la dolcezza, la regola e la libertà: «Se noi viviamo, viviamo per il Signore, se noi moriamo, moriamo per il Signore. Sia che viviamo, sia che moriamo siamo del Signore». Non che scompaiano i problemi, non che tutto sia facile, ma tutto trova senso nel Signore.