La Chiesa nei secoli ha affrontato molti problemi cercando di offrire di volta in volta, pur nella sua povertà di realtà umana, delle risposte che corrispondessero al pensiero di Gesù. Si è occupata di questi problemi perché: "le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi… sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo, e nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore" (Dall’inizio del documento del Concilio Vaticano II "Gaudium et spes" – 1965).
Storia
La "dottrina sociale della Chiesa" si è sviluppata a partire dal secolo scorso per affrontare i problemi posti dalle trasformazioni della rivoluzione industriale (Rerum Novarum – 1891). Con l’evolversi della società le questioni affrontate si sono ampliate: la guerra e la pace (Pacem in terris – 1963), il rapporto Nord-Sud del mondo ( Populorum progressio – 1967), lo sviluppo e la salvaguardia del creato (Sollicitudo rei socialis – 1988 – e Centesimus Annus – 1991).
Sul tema del lavoro la lettera del Papa più significativa è la Laborem exercens (1981).
Chi la insegna?
Questo "magistero" o "dottrina sociale della Chiesa" viene espresso non solo dal Papa, ma anche dai Vescovi (delle Singole Diocesi oppure radunati nelle Conferenze Episcopali a livello regionale o nazionale) o da apposite Commissioni (es.: Iustitia et Pax). Parole chiave di quanto dice la chiesa in campo sociale
IL PRIMATO DELLA PERSONA
Il lavoro è per l’uomo e non viceversa. L’attività economica deve essere a servizio del bene della persona e non può renderla schiava (della fatica, del lavoro, del guadagno…o a causa della miseria)
LA SOLIDARIETA’
La persona non guarda solo a sé ma si fa carico dei problemi e delle sofferenze degli altri: che siano vicini o lontani, simpatici o no.
IL BENE COMUNE
Ogni persona persegue il proprio progetto di vita entro il quadro del "bene comune". Questo è il fine dell’organizzazione sociale. La politica non è buona quando bada a soddisfare gli interessi solo di una parte: che sia un gruppo, una categoria, una regione, una nazione…. ma quando sa promuovere ogni persona..
LA SUSSIDIARIETA’
Ogni persona deve fare quanto è in suo potere di fronte ad un problema. Non è corretto delegare ad altri quanto di bene possiamo fare noi. Lo Stato interviene per sostenere, coordinare e verificare il lavoro di ciascuno, perché sia in sintonia con il bene comune. E’ un rischiamo alla responsabilità personale, a fronte della tendenza a dire: "è compito di altri…"