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11 febbraio

In ospedale e nelle case
la Chiesa vicina ai malati

«Visitare gli infermi» è l’opera di misericordia da meditare e mettere in pratica nella Giornata mondiale. Celebrazioni nelle quasi cento cappellanie. E le parrocchie inviano i Ministri della Comunione. Don Paolo Fontana: «Consolare e ascoltare»

di Nino PISCHETOLA

7 Febbraio 2016

L’11 febbraio anche la Chiesa ambrosiana celebra la XXIV Giornata mondiale del malato, istituita per sensibilizzare alla necessità di assicurare la migliore assistenza agli infermi e richiamare l’importanza della formazione e della crescita spirituale e morale di chi si accosta al malato.

«In Diocesi – spiega don Paolo Fontana, responsabile del Servizio per la Pastorale della salute – la Giornata del malato viene vissuta in tutte le Cappellanie ospedaliere (sono quasi cento) con molta intensità. Oltre alle celebrazioni eucaristiche, si tiene l’Unzione degli infermi, accompagnata da una catechesi che permetta a malati e a familiari di essere più consapevoli che si tratta di un sacramento per la guarigione. A volte, piuttosto che convocare in chiesa i malati frenati dal maltempo, le parrocchie trovano il modo di andare, con i Ministri straordinari della Comunione eucaristica e gli stessi parroci, presso le abitazioni per un momento specifico che richiami la Giornata, per l’Unzione o per portare l’Eucaristia, consegnare un’immaginetta e un sussidio di preghiera».

Il titolo del messaggio di papa Francesco dedicato alla Giornata di quest’anno si ispira alla icona evangelica delle nozze di Cana, con un legame al Giubileo straordinario: «Affidarsi a Gesù misericordioso come Maria: “Qualsiasi cosa vi dica, fatela” (Gv 2,5)». «Nel suo messaggio il Papa parla chiaramente di servitori che ascoltano Gesù, ascoltano Maria e si mettono a disposizione dei fratelli e delle sorelle malate – commenta don Fontana -. Scrive papa Francesco: “In questo modo i servitori riescono a compiere prodigi spesso nascosti”. Lo constatiamo anche noi da quanto ci viene narrato dai Ministri dell’Eucaristia. Andando incontro al malato, nella loro semplicità, qualche volta nella loro povertà, però con tutti loro stessi, scoprono di portare grande consolazione, tenerezza, ed è questo che il malato cerca: qualcuno che lo ascolti, che stia al suo fianco ed entri in vero dialogo con lui».

L’11 febbraio la Giornata mondiale del malato completa le quattro giornate sociali diocesane, riunite dal tema «Misericordiosi come il Padre (Lc 6,36). Le opere di misericordia come stile di vita», che hanno invitato i fedeli ambrosiani a riflettere su «Alloggiare i pellegrini» (24 gennaio, Giornata della solidarietà), «Perdonare le offese» (31 gennaio, Festa della famiglia) e «Vestire gli ignudi» (7 febbraio, Giornata per la vita). Per la Giornata del malato l’opera di misericordia da meditare e mettere in pratica è «Visitare gli infermi». «Entrare in profonda relazione con il malato: è questa la vera visita – sottolinea don Fontana -. Spesso costruiamo barriere, senza dare la possibilità al malato di comunicare tutto quello che vive, la sua situazione, anche la sua angoscia, i suoi desideri, le paure e le speranze. Occorre invece stargli accanto da consolatore, come nella sorprendente immagine, presentata nel Salmo 41 (40), di un Dio che si fa infermiere, colui che gli rimbocca le coperte. La visita agli infermi diventa così un’opera divina. È questa l’indicazione che il Servizio diocesano ha proposto nei vari incontri, specialmente ai Ministri dell’Eucaristia: imparare dal Signore Dio a essere consolatori. Visitare gli infermi è importante, è un’opera di misericordia, ma non è sufficiente la presenza, è indispensabile scoprire il linguaggio giusto per dialogare con il malato e soprattutto ascoltarlo».

Per l’animazione della XXIV Giornata mondiale del malato è a disposizione materiale predisposto dagli Uffici Cei: è possibile prenotarlo telefonando al numero 02.8556341 o scrivendo a sanita@diocesi.milano.it. Il ritiro è da effettuare presso l’Ufficio di pastorale della salute della Curia (piazza Fontana 2, Milano) dalle 8.30 alle 12.30.