Imparare a fare politica attraverso il teatro. Questo l’obiettivo del nuovo corso avanzato della Scuola di formazione sociale e politica per i giovani della diocesi, che si terrà a partire dal 20 dicembre, presso la Fondazione Lazzati, in largo Corsia dei Servi 4 a Milano, organizzato dal Servizio per la Pastorale sociale e il lavoro dell’Arcidiocesi di Milano, giunta quest’anno alla sua quarta edizione.
«Teatro e politica hanno molto in comune. Il teatro fornisce gli strumenti per essere incisivo. Le tecniche drammatiche sono utili per far presa sul pubblico, catturare la sua attenzione e convincerlo, così come ha fatto nell’antichità la retorica di Cicerone», spiega Serena Sinigaglia, tra i promotori dell’iniziativa e responsabile del laboratorio dedicato al Giulio Cesare di Shakespeare, che si terrà a fine aprile.
Il corso non sarà solo nozionistico, ma l’intento sarà più ampio: costruire cammini ispirati al Vangelo, che possano aiutare le persone a vivere cristianamente e responsabilmente all’interno della società di oggi. L’iniziativa è rivolta ai giovani, tra i 18 e i 35 anni, che desiderano coniugare la passione per il teatro con l’interesse per le questioni sociali politiche.
Non bastano, infatti, le idee per essere dei bravi politici. E così nella società della comunicazione è bene rispolverare le regole del “buon parlare”. «Anche negli Stati Uniti il problema dell’immagine che un candidato dà di sé è molto sentito. Lo testimonia l’acceso dibattito che sta avvenendo in questo periodo tra i repubblicani sul candidato che alle prossime presidenziali dovrà affrontare Obama», aggiunge la Sinigaglia.
Essere concisi, convincenti e infondere fiducia. Ma sono importanti anche il tono di voce, l’espressione del viso e i movimenti del corpo. Così l’antica retorica, fatta di ideazione, organizzazione e stesura del discorso, studio mnemonico e gestualità, riprende vita nella comunità globale. Particolare attenzione verrà rivolta al senso dell’etica, alla correttezza, all’amore per la giustizia e all’uguaglianza. «Il politico deve essere un uomo corretto, che usa tecniche teatrali per dire la verità. Non per parlare con ipocrisia», sottolinea.
Il corso è strutturato in due momenti: prima una parte teorica in collaborazione con l’Università cattolica (Cit e Dipartimento di scienze della comunicazione e dello spettacolo), dedicata al rapporto tra teatro e politica, poi un laboratorio pratico, la partecipazione ad alcuni spettacoli teatrali, in collaborazione con la compagnia Atir, e una visita istituzionale. «Nella parte pratica affronteremo il Giulio Cesare di Shakespeare e in particolare i due principali monologhi che hanno fatto la storia del teatro: quello di Bruto e quello di Augusto. Il primo è animato dal desiderio di giustizia, ma è incapace di comunicare. Il secondo, invece, vuole in realtà dare benefici solo al suo circolo ristretto di persone, ma in realtà irretisce il popolo», precisa. Si passerà poi a un secondo livello: l’analisi tra il liberismo del discorso di Antonio e le idee di stampo socialista di Bruto».
Chi fosse interessato può iscriversi sul sito www.scuolaformazionepolitica.org. È richiesta una quota di iscrizione di 70 euro, che comprende il materiale didattico e di approfondimento per ogni corso e il costo del laboratorio a cura dell’Atir. La quota non deve essere un ostacolo alla partecipazione: le difficoltà vanno segnalate alla segreteria (tel. 0258391395) che verrà incontro alle esigenze di tutti.