La mattinata di giovedì 28 luglio è stata caratterizzata dalla seconda catechesi, dal titolo «Lasciarsi toccare dalla misericordia di Cristo!». La riflessione è stata introdotta ancora dal Vangelo di Luca, e in particolare dalla prima parte del capitolo 15, nella quale troviamo le «parabole della misericordia».
La Parola di Dio è stata poi fatta risuonare con altri versetti della Scrittura e attraverso un breve audio monsignor Pierangelo Sequeri, preside della Facoltà teologica dell’Italia settentrionale, ha parlato del «Dio della misericordia che sta nel cuore del Vangelo», che «non sceglie come credenti degli stinchi di santi». Noi siamo innanzitutto coloro che sperimentano in prima persona che Dio desidera volerci bene e che, nonostante le nostre debolezze e fallimenti, ci dona una «ri-generazione possibile». Così comprendiamo che la misericordia è «volontà e non un vago sentimento», che deve essere «un grembo pronto a custodire i rapporti umani anche quando falliscono». Questo vuol dire fare misericordia, cioè «avere cuore per il misero», non chiedendosi «chi sono io?», ma piuttosto «per chi sono io?».
Questi spunti hanno introdotto la riflessione personale e il confronto a gruppi. Siamo stati quindi chiamati a pensare alla nostra esperienza, a quali segni di misericordia il Signore ha messo nella nostra vita, a scrivere cioè la nostra personale «parabola della misericordia», i momenti in cui abbiamo sperimentato che Dio si rallegra con noi dopo esserci venuto a cercare, dopo che ci eravamo un po’ perduti.
La catechesi si è quindi conclusa con le parole consegnateci da monsignor Luciano Monari, Vescovo di Brescia, che ha condotto una riflessione a partire dal Vangelo, parlandoci della santità di Dio che è misericordia e del suo mettersi in ricerca di chi è smarrito. È stata infine celebrata la Messa, presieduta da monsignor Pierantonio Tremolada, soffermatosi sulla bontà come tratto della misericordia di Dio. Solo Dio infatti è buono e si è buoni nella misura in cui si somiglia a Dio.