1. La terra infestata da serpenti brucianti
Come si vive in una terra infestata dai serpenti brucianti?
Si vorrebbe camminare, si vorrebbe correre, ma la paura ti trattiene: stai fermo, sii cauto, non andare. Ci sono i serpenti brucianti!
Azzardi un passo, mosso da audacia, dal bisogno, dalla ignoranza, e il serpente brucianti ti inietta il suo veleno e la tua vita brucia.
Esci armato, attrezzato per difenderti e per uccidere, attacchi il nemico, fai a pezzi un serpente. Ma mentre ne uccidi uno, un altro ti assale e ti morde e le tue armi non ti servono più a niente.
Il popolo nel deserto si vede perduto, per la minaccia dei serpenti brucianti.
2. I serpenti brucianti del nostro deserto
Come si chiamano i serpenti brucianti del nostro deserto?
Forse c’è il serpente che si chiama “paura”. Si corre infatti il rischio di essere morsi dal serpente “paura”, il morso inietta la paura di tutto, di tutti: si vive sempre in ansia, bloccati da quello che può succedere. Paura degli sconosciuti, paura degli stranieri, paura del futuro, paura dell’ambiente ostile. Bloccati dalla paura ci sono persone che non fanno niente, non prendono responsabilità, non hanno voglia di dare alla loro vita la forma di una risposta alla vocazione con cui il Signore li chiama.
Forse c’è il serpente che si chiama “presunzione”. Chi è morso dal serpente “presunzione” diventa arrogante, prepotente, si presenta come quello che ha capito tutto, quello che risolve tutto, quello che critica tutti, quello che sa a chi dare la colpa per tutto quello che non funziona. Non si fa domande, ha solo risposte. Con la sua presunzione sale molto in alto. Spesso poi precipita molto in basso.
Forse c’è il serpente che si chiama “banalità”. Chi è morso dal serpente “banalità” considera tutto un niente, non pensa con la sua testa, ma con la testa di chi governa le notizie e i pensieri, si adegua all’ambiente in cui vive, crede a tutte le notizie che riceve, crede di essere informato su tutto perché ha letto molti titoli su tutte le banalità del mondo.
Come si chiamano i serpenti brucianti del nostro deserto?
Forse ce ne sono molti altri.
3. Qualcuno ci salverà?
Che cosa fa Dio per il suo popolo tormentato dai serpenti.
Forse qualcuno pensa che Dio sia meschino e abbia mandato i serpenti per punire il popolo ribelle.
Ma Gesù rivela che “Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui” (Gv 3,16-17).
La consacrazione dell’altare è una nuova dichiarazione dell’amore fedele di Dio: ecco a chi si può ricorrere per essere salvati, ecco dove il popolo tormentato da tutte le insidie del mondo può trovare medicina per le proprie ferite. L’altare di pietra che viene consacrato dice la stabilità, l’affidabilità di Dio: “io sono in mezzo a voi tutti i giorni”.
Venite a questo altare, pregate perché ci siano ministri dell’altare per presiedere la celebrazione dello spezzare del pane che rivela la presenza e l’opera della Pasqua di Gesù oggi, giornata del seminario.
Come guarisce il morso dei serpenti la celebrazione dei santi misteri vissuti con fede?
Gesù vince la paura. Non dice infatti: andate, fate, arrangiatevi. Piuttosto dice: venite, seguitemi, affidatevi, rimanete in me e io in voi.
Gesù vince la presunzione. Riconoscete che tutto quello che siete, quello che avete, tutto avete ricevuto. Se avete talenti, sono per condividere, se avete possibilità, energie, idee sono per servire. Imparate da me che sono mite e umile di cuore.
Gesù vince la superficialità e la banalità. Ascoltate la parola di Dio che illumina il cammino; non credete a ogni chiacchiera, non lasciatevi sedurre da ogni parola interessata, imparate a distinguere il bene dal male. Ascoltate, meditate, imparate a pensare.