C’è negli occhi di Anna Magnani l’apprensiva tenerezza di tutte le madri. Nella smorfia di Totò la perplessità dei padri di famiglia che devono ingegnarsi per arrivare a fine mese. Nel faccione di Aldo Fabrizi la mitezza del marito premuroso. Nel sorriso di Sophia Loren, fresca sposa, la consapevolezza della propria avvenenza… Volti, sguardi, gesti. Che rimandano a celebri film, ad amate pellicole in bianco e nero e a colori, che raccontano vicende drammatiche o divertenti, a volte perfino grottesche. Che conosciamo, tutti, giovani e meno giovani, perchè appartengono al nostro immaginario, alla nostra storia, alla nostra cultura.
Un “album di famiglia”, è proprio il caso di dirlo. È quello che si “sfoglia” visitando la mostra inaugurata lo scorso 1° marzo alla presenza del cardinale Angelo Scola e che proseguirà a Palazzo Reale a Milano per tutto questo mese. Una bella rassegna dedicata alla famiglia italiana, appunto, così come è stata raccontata e ritratta in un secolo di cinema, dagli albori del Novecento ai nostri giorni, attraverso tante celebri pellicole, dirette da alcuni dei più bravi registi e interpretate da indimenticati attori. In esposizione, oltre sessanta immagini, fotografie di scena e singoli fotogrammi, capaci di rievocare in maniera suggestiva le trasformazioni e i cambiamenti dell’istituzione familiare, sempre protagonista, anche suo malgrado, nei passaggi nodali della storia del nostro Paese.
Si tratta di un evento culturale, il primo ufficiale organizzato in preparazione del VII Incontro mondiale della famiglia (che si terrà a Milano dal 30 maggio al 3 giugno prossimi), promosso dal Comune di Milano e realizzato da Fondazione Ente dello spettacolo in collaborazione con il Centro sperimentale di cinematografia. Una rassegna che snodandosi lungo un percorso immediatamente riconoscibile, condiviso in una esperienza collettiva, risulta allo stesso tempo popolare e raffinato, suggestivo e articolato. Perchè del resto, come ha ricordato monsignor Erminio De Scalzi, presidente della Fondazione Milano Famiglie 2012, «la famiglia non è un’entità astratta, ma un “luogo” reale e contemporaneo con il quale tutti siamo chiamati a confrontarci, perchè tutti abbiamo esperienza di famiglia. Un’esperienza che tocca, a volte quasi inconsapevolmente, ogni ambito della vita, anche quello artistico, così come avviene nel cinema che da sempre racconta storie ed emozioni».
È proprio l’obiettivo della macchina da presa, insomma, ora come una sorta di lente d’ingrandimento, ora come grandangolo a tutto campo, a fornirci lo sguardo più attendibile dei diversi volti della famiglia italiana, sia quando vi si sofferma per descriverla con precisione documentaristica, sia quando si serve di essa come spunto per le proprie invenzioni filmiche. «In una parola, la storia del cinema è la storia della famiglia», come ha sottolineato monsignor Dario Edoardo Viganò, presidente Fondazione Ente dello Spettacolo, presentando la mostra milanese. Mostra che «non è una dunque una collezione di scatti, ma piuttosto scatto che colleziona le monografie della nostra vita, le personali del nostro vissuto: cinema-vita, cinema-famiglia».
Attraversando le decorate sale napoleoniche – esse stesse come una sorta di fascinoso set cinematografico -, si parte così dai drammatici tradimenti messi in scena nell’Assunta Spina del lontano 1915, diretta da Gustavo Serena, per continuare, ad esempio, con le problematiche familiari di matrice ancora ottocentesca espresse in Piccolo mondo antico (girato da un ispirato Mario Soldati in pieno conflitto bellico). Le macerie della guerra pesano anche sulla famiglia, come ci racconta Vittorio De Sica nel suo capolavoro Ladri di biciclette. Ma è proprio da questo “nocciolo duro” che può ripartire la rinascita del Paese: ecco quindi i “sogni” dei primi anni Cinquanta, a volte tristi (come in Bellissima, di Luchino Visconti), talora scanzonati (come in Poveri ma belli, di Dino Risi), o ancora sentimentali (come nella serie Pane, amore e… di Luigi Comencini). Per arrivare alle “rivoluzioni” degli anni Sessanta, anche in materia di costume e di morale (uno per tutti: Divorzio all’italiana di Pietro Germi). Per continuare con le contestazioni degli anni Settanta (si veda, ad esempio, Romanzo popolare di Monicelli), e poi con la ricerca di valori smarriti nei decenni successivi (dalla lezione di Olmi con L’Albero degli zoccoli al recente Casomai di D’Alatri, passando per la Stanza del figlio di Moretti).
Un’analisi sulla famiglia, che diventa anche omaggio, da parte del cinema italiano per quel che in fondo essa è davvero: un’istituzione dinamica, attraverso cui si riflettono in scala i cambiamenti sociali, le increspature del nostro tessuto antropologico, l’ordito esistenziale e la trama relazionale. Esaltandone i pregi, senza tacerne le crisi.
La mostra
La mostra Famiglia all’italianasarà visitabile fino al 1° aprile a Milano presso Palazzo Reale (piazza Duomo, 12), dalle 9.30 alle 19.30 (lunedì dalle 14.30, giovedì e sabato fino alle 22.30), con ingresso gratuito. All’interno dell’allestimento sono previsti, inoltre, due approfondimenti dedicati al Family 2012: le video-catechesi, con storie di famiglie “normalmente eccezionali”; e tutte le indicazioni sulle tappe dell’Incontro mondiale. I visitatori, inoltre, verranno accompagnati in mostra da giovani volontari, studenti universitari che guideranno nel magico mondo del cinema. Info, www.family2012.com