Link: https://www.chiesadimilano.it/senza-categoria/esplorando-i-mondi-2830678.html
Share

Esplorando i mondi

Evento “Immischiati”, Milano - Teatro Oscar, 25 febbraio 2025

25 Febbraio 2025

Ho dunque intrapreso il mio viaggio, come il Piccolo Principe, profittando di una migrazione di uccelli e ho visitato, pieno di stupore e desideroso di imparare, i pianeti che si aggirano nell’universo infinito.

1. Sono giunto perciò al pianeta rosso

Sul pianeta rosso tutto è rosso: la terra è rossa, gli alberi e i fiori sono rossi, gli uomini e le donne sono rossi.Nel pianeta rosso anche i pensieri sono rossi e anche le parole sono rosse. Sul pianeta rosso è proibito ogni altro colore.

C’era un’anima libera, o forse piuttosto bizzarra, che trovava noioso il colore obbligatorio e si immaginava che forse poteva piantare nel suo giardino dei fiori bianchi e gialli, e gli sarebbe piaciuto dipingere la sua casa di bianco e azzurro.

Ma i vicini di casa si allarmarono e discutendo con lui lo rimproveravano aspramente. Denunciarono il vicino e vennero i sacerdoti e i giudici e i gendarmi. E furono duri con lui: “Vergogna! Che cos’è questa follia di introdurre altri colori? Dove li hai presi? Che cosa c’è che non va nel colore rosso? Vergogna! Sei forse mandato da un altro pianeta per rovinarci? Tu vuoi dividere il paese, tu vuoi interrompere la tradizione che ha reso famoso e glorioso il nostro pianeta. Vergogna! Tu vuoi rovinare i giovani e insegnare dottrine diverse da quelle che si insegnano a scuola. Basta! Tu semini sconcerto e confusione”. Perciò i gendarmi lo portarono in prigione e gli abitanti del pianeta rosso continuarono contenti a pensare pensieri rossi e a dire parole rosse.

Però: che tristezza! Io ripresi il volo triste e spaventato. La vita sul pianeta rosso è opprimente

 

2. Arrivo sul pianeta verde

Da lontano ho visto avvicinarsi a poco a poco il pianeta verde, detto anche Jungla: alberi imponenti e animali liberi di percorrere ogni strada e ogni sentiero, e rovi liberi di crescere e di impedire l’accesso a strade e sentieri, e bestie feroci libere di sbranare gli animali imprudenti e incapaci di trovare rifugio da qualche parte. Edogni vivente libero di cantare con il suo canto e di commuovere e sedurre con il cantico dell’amore e di spaventare con il grido di guerra. Ecco, sul pianeta Jungla c’è veramente la libertà di pensare pensieri di ogni colore e di fiorire con i fiori più spettacolari.

Sul pianeta Jungla regna, com’è ovvio, il leone, il re della foresta: il suo ruggito spaventa tutti e tutti obbediscono per paura. Ho quindi fatto presente al re leone: “Prenditi cura del tuo regno. Ho visto il debole essere vittima del forte, l’ingenuo cadere nella trappola dell’astuto, i rovi impedire l’accesso e soffocare i germogli promettenti”. Ma il re leone mi spaventò con il suo ruggito: “Insolente! Come ti permetti di insegnarmi il mio mestiere? Questa è la Jungla, il pianeta della libertà! Non ti vergogni a proporre limiti per la libertà? Vuoi che il mio pianeta diventi monotono e triste? La libertà è il gusto della vita. A ciascuno si deve riconoscere il diritto di realizzare i suoi desideri. Vergognati, tu devi essere di quei prepotenti reazionari che hanno paura della libertà!”.

Mi respinse, dunque, il re leone con il suo ruggito e me ne volai via in tutta fretta. Tuttavia pensavo tra me: il pianeta Jungla è pericoloso. Tutti sono liberi, d’accordo! Chi è forte vince e chi è debole è sconfitto, è inghiottito dagli squali e divorato dai predatori. È pericolosa la vita sul pianeta verde, detto anche Jungla.

 

3. Sul pianeta grigio

E vola e vola, mi avvicino al pianeta grigio. Sul pianeta grigio tutto è grigio: il grigiore copre ed estingue tutti i colori. Ci sono, è vero, tracce di un’epoca gloriosa, quando il diamante luccicava e l’oro splendeva, quando le pietre erano colorate e le persone andando per la strada talvolta cantavano o fischiettavano. Ma con il tempo tutto è diventato grigio, opaco: nessuno fischietta per la strada; tutti camminano pensando pensieri grigi e se parlano pronunciano parole grigie.

Sembra che gli abitanti del pianeta grigio si interessino soprattutto di bilanci e di estratti conto. Quando ti salutano non ti chiedono come ti chiami, ma quanto guadagni. Non interessa a nessuno se tuo papà è capace di raccontare le storie la sera per propiziare il sonno dei bambini.Sono efficienti e sempre presi a fare conti: perciò non amano tanto i bambini, perché sono un disturbo.

Sul pianeta grigio si interessano più delle macchine che possono sostituire gli uomini, che degli uomini e delle donne che vivono nell’appartamento accanto. La sicurezza, pensano gli abitanti del pianeta grigio, è vivere ciascuno per sé ed evitare i fastidi. La speranza sul pianeta grigio è fondata sul calcolo della pensione. Non sanno neppure raccontare barzellette e pensano che l’asfalto sia più pulito del prato. È noiosa la vita sul pianeta grigio

 

4. Il pianeta musica

Dunque me ne sono andato un po’ depresso. Ma nell’immenso cielo mi raggiunse un canto come di gente in festa. Stavo per arrivare sul pianeta musica. Sul pianeta musica tutti suonano, tutti cantano e cantano tutte le musiche e suonano tutti gli strumenti. Eppure non c’è confusione. C’è il direttore d’orchestra che dà l’attacco e indica il tempo e le sfumature. Ciascuno suona il suo strumento, e ne viene un’armonia, talora lenta e talora frenetica e ti vien voglia di danzare.

Tutti sono necessari. E chi non canta, suona; chi non suona, si dedica alla costruzione ed alla manutenzione degli strumenti; chi non si dedica agli strumenti, si gode la musica ed applaude e si commuove. Tutti si sentono fieri di godersi la musica e fin da bambini ci sono maestri che preparano i musicisti e i cantori del futuro ed insegnano perciò ad ascoltare e ad esserefieri di far parte del coretto.

Dopo il pianeta rosso che è opprimente, dopo il pianeta verde che è pericoloso, dopo il pianeta grigio che è noioso, sono stato contento di fermarmi sul pianeta musica. Per adesso, visto che non so cantare, visto che non so suonare né costruire strumenti, né tenere in ordine il palco, me ne sto tra gli spettatori, applaudo o fischio, approvo o disapprovo. Ed intanto penso come esportare la musica del pianeta per dare un po’ di speranza agli abitanti degli altri pianeti.