Il cosmo che ci circonda, l’ambiente in cui viviamo ha una sua interiore armonia, fondata su leggi che l’uomo a fatica sta gradatamente scoprendo, con crescente stupore quanto più ne penetra i segreti, sia nel microcosmo che nel macrocosmo. Certamente tutto ciò non è a caso, ma frutto di una Intelligenza superiore che dall’inizio ha immesso un “computer” programmato e delle risorse di vita capaci di integrarsi in forme e livelli inimmaginabili alla nostra pur sbrigliata fantasia.
Da qui il primo atteggiamento interiore di fronte al creato: di ammirazione per tanta meraviglia, di riconoscenza e lode per tanta ricchezza, di apertura a cogliere il Cuore grande e intelligente di Colui che ne è il Creatore e il prodigo Dispensatore, cioè Dio.
Dalle opere si può risalire all’artista. Se tanto grande e bello e ricco è il creato, come e chi sarà mai il suo Autore? Davanti a un fiore, o a un tramonto, o a una limpida sorgente, o a una scintillante vetta innevata.. il cuore dell’uomo non può non sciogliersi in preghiera!
Ma questa stupenda opera è stata affidata alle mani dell’uomo perché “la custodisse e la coltivasse”, dice la Bibbia. Impianti turistici costruiti senza rispetto dell’impatto ambientale, o sfruttamento di risorse che ignora le legittime aspettative anche delle generazioni future, sono i peccati più vistosi di una cultura fondata solo sulla bramosia dell’accumulo e del proprio benessere particolaristico. Da qui l’impegno del rispetto e dello sviluppo del creato e dell’ambiente. L’ecosistema deve essere non turbato, squilibrato, depauperato; altrimenti il meccanismo salta e si ritorce a danno di tutti. Ancora: le risorse sono enormi, molte ancora da scoprire, per le quali la ricerca e la scienza sono impegnate con passione. Ma bisogna tener presente la finalità di ogni ricerca, che non diventi manipolazione invece che servizio all’uomo! Risorse che sono destinate a tutti gli uomini, non ai pochi e ai più potenti. Solo una “ecologia interiore” può favorire quella esteriore.
Si tratta cioè di un ricupero della dimensione etica che mette al centro la dignità e la responsabilità dell’uomo di fronte all’ambiente come “casa di tutti”, la solidarietà e il rispetto per lo sviluppo di popoli meno fortunati, e soprattutto spinga a mutare lo stile di vita materialista ed edonista vissuta alle spalle di altri.
Si parla quindi di favorire un turismo più rispettoso del creato, più modesto nell’uso delle risorse naturali e più solidale verso le culture locali. Il turista “ecologico” è rispettoso dell’ambiente che frequenta (.. fino alla premura di non lasciare lattine e rifiuti!).
Stima il creato ma non ne fa un feticcio come s’usa da parte di un nuovo paganesimo (più o meno celtico o New-age, o religione di Gaia, la terra divinizzata) che vede nella Natura la divinità da adorare. E’ facile imporre schemi – per amore della tutela dell’ambiente fine a se stesso – che limitino poi lo sviluppo o la sopravvivenza delle culture locali, le cui autorità del resto sono le prime responsabili degli ecosistemi e delle ricche biodiversità presenti nei rispettivi territori. Sono forme moderne di colonialismo! Si tratta di combinare – con studi e rigorosi controlli – il rispetto della natura e il diritto dell’uomo a usufruirne per il suo personale sviluppo.
L’acqua è un bene prezioso; non va sciupata. La fauna, è sì a servizio dell’uomo, ma non se ne deve distruggere le specie. La flora e i boschi sono il grande polmone verde necessario alla salute; guai a distruggerli! Il deserto ci mangerà!
Ambiente naturale e ambiente umano sono troppo integrati perché non se ne distrugga – anche a lunga scadenza – l’equilibrio con conseguenze anche imprevedibili. Goditi il silenzio di una radura montana, tra abeti, rododendri in fiore e freschi ruscelli! E’ un anticipo di quel “paradiso” che Dio ha promesso ai suoi amici come “cieli nuovi e terra nuova”.