Approfondire le questioni emerse dalla discussione del Sinodo straordinario dei Vescovi e, dunque, affrontare il tema cruciale della famiglia come soggetto ecclesiale. È questo il contesto nel quale, venerdì 21 novembre, alle 20.45, presso il Salone Pio XII del Centro diocesano (via Sant’Antonio 5, Milano), si svolgerà un incontro di dialogo e scambio di esperienze alla presenza del cardinale Scola.
Da dove sia nata questa scelta lo spiega il Vicario episcopale, monsignor Luca Bressan: «Lo si è deciso al termine dell’ultimo Consiglio episcopale milanese, dopo le molte richieste giunte in questi giorni all’Arcivescovo perché, attraverso la sua testimonianza di “prima mano”, si possa riflettere insieme su ciò che è avvenuto durante il Sinodo. Il Cardinale parlerà della Relazione finale e di come interpretarla. Queste sollecitazioni, d’altra parte, hanno incrociato il desiderio dello stesso Cardinale di trasmettere quale sia il Messaggio che l’Assise straordinaria dedicata “Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione” intende comunicare anche in vista del Sinodo ordinario che avrà luogo dal 4 al 25 ottobre 2015 col titolo “La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo”».
Si cercherà, quindi, di mettere a fuoco soprattutto i temi familiari?
Sì, e lo si farà analizzando il ruolo di una famiglia capace di essere soggetto nel cammino di evangelizzazione che stiamo vivendo. Una famiglia, perciò, che non sia solo oggetto di cura, di attenzione, di sostegno da parte della Chiesa, ma che divenga protagonista della testimonianza cristiana nella comunità dei credenti.
L’Arcivescovo ha richiamato più volte, specie durante le sue visite pastorali alle parrocchie, questo cambiamento di mentalità che definisce «cruciale». Durante l’incontro prenderanno la parola anche le famiglie?
Proprio a sottolineare la centralità propositiva della famiglia, si è pensato di strutturare la serata in due momenti: nel primo il Cardinale “racconterà” il Sinodo, nel secondo ci porremo all’ascolto delle esperienze proposte da alcuni nuclei familiari su come vivano la quotidianità realizzando l’evangelizzazione. In questo senso, credo che occorra sciogliere un nodo operativo: non chiediamo alle famiglie di assumere ulteriori incarichi pastorali o di entrare nell’organigramma delle agende centrali o locali, ma vogliamo che esse siano concretamente attive facendosi portatrici di prassi che testimonino il Vangelo attraverso nuovi modi di intendere il rapporto equilibrato tra il lavoro e il riposo, l’edificazione di una società giusta, l’educazione delle giovani generazioni, l’apertura alla vita, la trasmissione della fede.
Un compito non da poco…
Infatti. Nello stesso incontro avvieremo un esercizio di ascolto delle esperienze in cui le famiglie sono già soggetto di evangelizzazione, al fine di aprire una sorta di Tavolo di confronto promosso dalla base della nostra Diocesi.