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Terza fase

“Diamo lavoro”, ecco il Fondo Famiglia Lavoro 3.0

Alla fine dell’Anno della Misericordia il progetto riparte profondamente rinnovato. Nel nuovo statuto tirocini e patto con le imprese per i reinserimenti lavorativi

25 Gennaio 2017

A conclusione dell’Anno Santo della Misericordia, il Fondo Famiglia Lavoro riparte, rinnovandosi profondamente e richiamando imprenditori, lavoratori, terzo settore, parrocchie a fare ciascuno la propria parte fino in fondo per uscire dalla lunga crisi economica. Nasce così la terza fase, “Diamo lavoro”, un imperativo etico, un impegno corale, un’opera di misericordia che vuole essere un’eredità del Giubileo.

Le novità

Due le novità principali introdotte dal nuovo statuto.

Primo. Rispetto al passato, il Fondo concentra tutte le risorse e gli sforzi per favorire la ricollocazione nel mercato del lavoro attraverso lo strumento del tirocinio. Se, infatti, già nella seconda fase l’erogazione diretta di sussidi era stata superata a favore di una pluralità di interventi, ora la riqualificazione professionale diventa la preoccupazione esclusiva. Ciò significa che tutte le donazioni raccolte vengono impiegate per finanziare questa misura.

Secondo. Per favorire i reinserimenti lavorativi dei propri beneficiari, il Fondo stringe un patto con le imprese. Alle associazioni imprenditoriali viene proposta una lettera d’intenti per l’adesione al progetto con la quale si impegnano a promuovere presso i propri associati l’avvio dei tirocini. Ma non solo. Con la firma dell’intesa, le associazioni imprenditoriali indicano all’Arcivescovo il proprio rappresentante per il neo costituito Comitato dei Sostenitori, entrando così negli organi statutari del Fondo Famiglia e Lavoro 3.0 e diventando corresponsabili dei progetti.

Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana e segretario generale del Fondo Famiglia Lavoro: «Già nella seconda fase avevamo dedicato i due terzi delle risorse raccolte per finanziare le misure dell’area lavoro: sostenendo per esempio la ricerca attiva, corsi di formazione professionale, tirocini. Con questa terza fase investiamo tutti i nostri sforzi sulla ricollocazione. In questo modo il Fondo diventerà uno strumento più preciso e quindi ci auguriamo anche più efficace. Naturalmente sarà anche più selettivo. Ovviamente ciò non significa che lasceremo indietro chi non avrà i requisiti per accedervi. Costoro potranno continuare a contare sull’aiuto garantito dai centri di ascolto, dai servizi, dalle strutture di accoglienza di Caritas Ambrosiana. Il Fondo specializzandosi diventerà così complementare a questo sistema di welfare e potrà rispondere meglio al suo compito che è scritto nel nome sin da quando è stato pensato: il lavoro».

A chi è rivolto e come funzionerà

Destinatari del Fondo sono le persone residenti sul territorio della Diocesi ambrosiana, con almeno un figlio a carico e disoccupate da non prima del mese di luglio 2015, oppure che, alla stessa data, abbiano cessato di beneficiare delle provvidenze pubbliche previste a favore di chi ha peso il lavoro.

Per queste persone il Fondo, attraverso la rete delle associazioni aderenti, predisporrà percorsi di reinserimento nelle imprese che avranno espresso la loro disponibilità, attraverso l’istituto del tirocinio di reinserimento lavorativo. Per tutta la durata del progetto, da tre a sei mesi, ogni tirocinante riceverà un borsa lavoro, non inferiore a 400 euro mensili, come indennità, finanziata dal Fondo.

Per accedere agli aiuti, le persone che hanno perso il lavoro dovranno rivolgersi agli oltre 70 distretti del Fondo Famiglia Lavoro operativi nei decanti della Diocesi di Milano già nelle precedenti fasi.

“Esperti del lavoro” – volontari scelti tra chi ha maturato già esperienze nell’ambito della selezione e ricerca professionale – valuteranno i profili e individueranno i percorsi formativi insieme ai rappresentanti territoriali indicati dalle associazioni imprenditoriali, in base anche alle opportunità del mercato del lavoro locale.

I tirocini così individuati, una volta approvati dal consiglio di gestione del Fondo Famiglia Lavoro, saranno erogati dalla Fondazione San Carlo che coordinerà le attività avvalendosi anche dell’apporto degli altri enti presenti in diocesi accreditati dalla Regione Lombardia per la formazione professionale.

Il tirocinio non garantisce in nessun modo l’assunzione, ma favorisce l’incontro tra il beneficiario e l’impresa che può gettare le premesse per un effettivo rapporto di lavoro.

Il Comitato dei Sostenitori e gli altri organismi del FLL 3.0

Lo statuto del Fondo Famiglia Lavoro 3.0 istituisce il Comitato dei Sostenitori. Il nuovo organismo è costituito dai rappresentanti designati dalle organizzazioni di impresa aderenti e nominati dall’Arcivescovo di Milano con il compito di monitorare lo sviluppo dei percorsi di inserimento lavorativo nelle imprese e di sviluppare le attività del Fondo e il suo patrimonio. Il Comitato dei Sostenitori, presieduto dal Presidente della Fondazione, si riunisce una volta all’anno e quando ne sia stata fatta domanda da almeno un terzo dei suoi membri.

Come nelle precedenti fasi il FFL è amministrato da un Consiglio di gestione costituito da cinque membri nominati dall’Arcivescovo ed è presieduto dal Vicario episcopale per la Cultura, la Carità, la Missione e l’Azione sociale. Il Consiglio di gestione approva a maggioranza assoluta le domande di aiuto istruite da una segreteria diretta dal segretario generale. L’azione si svolge sotto il controllo di un Comitato di garanti composto da tre membri anch’essi di nomina vescovile.

Le associazioni di impresa

Hanno già sottoscritto la lettera d’intenti le seguenti associazioni di impresa: Acli Milanesi, Aslam, Assolombarda, Camera di Commercio di Milano, Coldiretti Lombardia, Compagnia delle Opere di Milano, Confapindustria Lombardia, Confartigianato Lombardia, Confartigianato Milano Monza Brianza, Confcommercio Lombardia, Confcooperative, Economia di Comunione, GiGroup, Manpower, Randstad, Ucid, Umana, Unione Artigiani della Provincia di Milano.

Il patrimonio e la durata

La fase tre del Fondo Famiglia Lavoro parte con una dotazione iniziale di 500 mila euro, 200 mila provenienti dall’8 per mille alla Chiesa cattolica che la Diocesi ha deciso di destinare a questa iniziativa, e 300 mila dalle offerte singole di molti cittadini che in questi anni hanno permesso di raccogliere e distribuire decine di milioni di euro a chi ha perso il lavoro.

Il Fondo si alimenterà con le offerte di fedeli, cittadini, imprese e fondazioni e opererà fino al 31 dicembre 2018. Nello statuto è prevista la possibilità di proroga oltre tale data a seguito di provvedimento dell’Arcivescovo, sentito il parere degli organi del Fondo.

Le nomine

Presidente del Fondo Famiglia e Lavoro è il Vicario episcopale per la Cultura, la Carità, la Missione e l’Azione sociale, monsignor Luca Bressan.

Segretario del Fondo Famiglia Lavoro e il direttore di Caritas Ambrosiana Luciano Gualzetti. Consiglieri: Paolo Antonio Petracca, Giuseppe Gianmaria Sala, Silvana Migliorati. Sono nominati garanti: Bassano Baroni, Ugo Marco Luca Maria Pollice e Luigi Campiglio.