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Custoditi nella preghiera di Gesù

Domenica VII di Pasqua, Visita pastorale (Azzate), Comunità pastorale “S. Teresa Benedetta della Croce”, Gazzada – Schianno – Morazzone – Lozza, 11-12 maggio 2024

11 Maggio 2024

1. La visita pastorale

La visita pastorale è l’occasione per dirvi: voi mi siete cari. Voi mi state a cuore. Normalmente il vescovo esprime la sua sollecitudine per le comunità inviando i preti e coloro che ricevono dal vescovo il mandato di prendersi cura della Chiesa nel territorio. La visita pastorale è l’occasione per dirlo di persona.

La visita pastorale è l’occasione per mettere in evidenza la dimensione diocesana della Chiesa. La Chiesa non è la singola parrocchia, ma la comunità diocesana presente nel territorio, unita nella comunione con il Vescovo, impegnata a condividere le risorse e la passione per il Vangelo in questo territorio. Siate lieti, siate fieri e sentite la responsabilità di accogliere, valorizzare le indicazioni diocesane e di partecipare alle proposte diocesane.

La comunità pastorale S Teresa Benedetta della Croce costituita nel 2022 si racconta come una forma di pastorale di insieme che ha avviato la cura pastorale condivisa, con le espressioni riconoscibili della comunione ecclesiale nella celebrazione unitaria dei santi misteri, “come la veglia pasquale e le cresime, celebrate tutte insieme a Gazzada” … “ positiva è la collaborazione tra le parrocchie e degli asili con impostazione cristiana” … “sono stati celebrati eventi speciali che hanno che hanno aumentato la coesione e la collaborazione delle quattro parrocchie come la costituzione della comunità pastorale e la celebrazione del 25° del parroco”(Cfr relazione del consiglio pastorale, pag 1 e 2). Le proposte di pastorale giovanile sono forme consolidate di pastorale di insieme e sono promettenti per il futuro della comunità.

La visita pastorale è l’occasione per ascoltare insieme la Parola del Signore di questa Sesta Domenica di Pasqua e chiedere al Signore di orientare il nostro cammino.

 

2. Custoditi nella preghiera di Gesù.

2.1 Dove siamo?
La percezione di abitare un mondo indifferente, ostile.
La lettura del nostro tempo come un tempo che non ama la vita, che teme il futuro, che soffre di una situazione complicata, conflittuale, tribolata in cui la gente è vittima di scelte incomprensibili e catastrofiche.
La persuasione della fede che ascolta la Parola: viviamo nella preghiera di Gesù, siamo custoditi dalla misericordia e dalla sollecitudine del Padre, consacrati nella verità, cioè capaci per grazia di riconoscere Gesù e di partecipare alla sua gloria. Amati in modo da essere capaci di amare anche questo contesto, nel mondo, senza essere del mondo. Originali, riconoscibili, forse anche insopportabili.

2.2 Siano una cosa sola come noi … nella casa di Dio, che è la Chiesa, colonna e fondamento della verità
Originali, riconoscibili, forse anche insopportabili perché capaci di una fraternità universale (“Fratelli tutti”). In un contesto di conflitti, contrapposizioni, incomunicabilità, i discepoli di Gesù riuniti nella Chiesa dicono la verità a proposito della vocazione dell’umanità: siamo chiamati ad essere fratelli tutti. Gesù prega il Padre perché i suoi discepoli siano riuniti come un cuore solo e un’anima sola: le divisioni tra i cristiani sono una delusione per Gesù, una contestazione della sua preghiera. I campanilismi, i protagonismi, i puntigli e le inerzie rendono difficile riconoscere l’opera di Dio che ci raduna. Siamo chiamati a conversione.

2.3 Abbiano in sé stessi la pienezza della mia gioia.
Originali, riconoscibili perché lieti di una gioia di origine misteriosa. Nel mondo triste, nell’inclinazione al pessimismo e alla depressione che caratterizza il nostro tempo, i discepoli di Gesù accolgono il dono della gioia piena che viene dall’incontro con il Risorto. I cristiani non hanno una vita più facile degli altri, non sono al sicuro dalle tragedie della vita. eppure incontrano Gesù e dimorano nella comunione con il Padre e ne sono lieti.

2.4 Bisogna dunque che … uno diventi testimone, insieme a noi, della sua risurrezione.
Originali, riconoscibili perché intendono la vita come vocazione a essere testimoni della risurrezione. Nel contesto di smarrimento che rende indecifrabile il futuro e paralizza la generazione giovanile, i discepoli di Gesù ascoltano la parola che indica il cammino di ciascuno e seguono Gesù.
La vicenda di Mattia che è eletto per completare il collegio apostolico insegna che Gesù chiama ciascuno per nome.

Ecco quello che Gesù dice a questa parrocchia e a questa comunità parrocchiale:

  • l’unità nella sua santa Chiesa
  • la gioia della comunione con Gesù
  • la vocazione di ciascuno per la missione