1. Eppure siamo divisi
Eppure, con tutte le buone ragioni che abbiamo per essere uniti in una comunione fraterna, siamo divisi. Eppure, con tutta l’urgenza che preme perché i cristiani siano uniti per dare speranza all’umanità divisa, il nostro cammino procede a passi lenti e talora contraddittori.
Eppure, con tutta la gioia che una fraternità semplice potrebbe offrire, siamo tristi per tutte le difficoltà di comprensione, di condivisione, di intesa.
Insomma si può dire che il diavolo, colui che vuole respingere il Regno di Dio e rinnegare la divinità di Gesù, si aggira tra noi per continuare la sua opera di divisione, di confusione, di sospetto. Quali sono le arti del diavolo e con quali argomenti vuole ostacolare il nostro cammino verso la comunione e la pace?
2. Il sospetto su Dio Padre
Ambrogio scrive: «Che c’è dunque di più bello dell’avvicinarsi a Dio, dello stare stretto a Lui? Quale maggior piacere vi è? Chi lo vedrà […] che altro potrebbe desiderare?».
Ma in realtà è stato seminato un principio di sospetto, che insinua che ci sono molte altre cose più interessanti e piacevoli che avvicinarsi a Dio. Il principio del sospetto induce a pensare che Dio «ci lasci vagare lontano dalle sue vie», che Dio sia insensibile alla sorte del suo popolo: «Dove sono il tuo zelo e la tua potenza, il fremito delle tue viscere e la tua misericordia?» (Is 63,15-17)
Invece dell’umile ritorno al Padre, che raduna i suoi figli per una vita fraterna, colui che semina il sospetto convince che di Dio non ci si può proprio fidare seriamente. Perciò è meglio cercare di provvedere da soli. Le vie di Dio non sono così promettenti come dicono: perciò è meglio cercare la propria strada. E convincersi che la propria strada è migliore di quella degli altri. Così il desiderio di Dio di riunire i suoi figli non si è finora compiuto.
3. L’ingiusta proposta di Gesù
Paolo scrive: Gesù «svuotò sé stesso, diventò come un servo […] abbassò sé stesso» e raccomanda di essere uniti a Gesù, di percorrere la sua strada: «i vostri rapporti reciproci siano fondati sul fatto che siete uniti a Cristo Gesù» (Fil 2,5ss).
Ma in realtà lo spirito maligno ha seminato una suscettibilità che non sopporta di abbassarsi. Umiliarsi è ingiusto, mettersi nella condizione del servo è contrario alla mia dignità di persona. Devo piuttosto difendermi, per non farmi mettere sotto i piedi, perché non ci siano di quelli che se ne approfittano.
E così il desiderio di Gesù di fare dei molti un cuore solo e un’anima sola si è compiuto solo nel morire in croce di Gesù («tutto è compiuto!»: Gv 19,30) e attende di compiersi nel nostro morire, poiché nel nostro vivere siamo troppo incapaci di quell’abbassamento che ci potrebbe riconciliare.
4. La missione impossibile dello Spirito
Massimo il Confessore scrive: «[la Chiesa] in virtù della fede dona un’unica condizione, semplice, indivisa e indivisibile che non permette neppure di riconoscere le molte e innumerevoli differenze che vi sono tra ciascuno, perché essa raccoglie e riconcilia ogni cosa nella sua universalità».
Ma in realtà il diavolo ha seminato un inguaribile scetticismo, che ritiene impossibile l’opera della Spirito e vive la differenza come incomunicabilità, come competizione, come minaccia. Per custodire la mia identità – mi suggerisce lo spirito di divisione – devo contrappormi, devo entrare in polemica, devo dare enfasi alla mia originalità.
E così la missione dello Spirito di essere Spirito di comunione per fare dei molti una cosa sola si compie nel segreto delle coscienze, nelle ispirazioni dei santi, nel gemito delle Chiese, ma non è ancora il cantico corale e l’abbraccio universale.
Così lo spirito di divisione continua ad insidiare i nostri propositi: ci consiglia di sospettare di Dio, ci induce a pensare che l’abbassamento sia un’umiliazione insopportabile, ci convince che la missione dello Spirito di fare comunione sia impossibile.
5. Noi professiamo la nostra fede
Ma noi siamo radunati per professare ancora la nostra fede, riconoscere ancora i nostri peccati e le nostre resistenze.
E professando la nostra fede nel Figlio consustanziale al Padre riceviamo la rivelazione che la via di Gesù ci introduce nella vita stessa di Dio e per opera di Spirito Santo ci rende una cosa nella comunione trinitaria e nella fraternità universale.