Nella solennità di San Carlo Borromeo, venerdì 4 novembre, alle 17.30, in Duomo si terrà il Pontificale presieduto dall’Arcivescovo, cardinale Angelo Scola.
La ricorrenza della memoria liturgica di San Carlo è un’occasione propizia per ricordare la figura e il ministero di un santo Vescovo, compatrono (con sant’Ambrogio) della Diocesi di Milano, che ha lasciato una traccia persistente nella nostra Chiesa. In un contesto drammatico Carlo Borromeo è stato un riferimento sia per la comunità cristiana, sia per la società civile, con la sua testimonianza e con l’esercizio del suo ministero episcopale.
In questa celebrazione il successore di San Carlo porta l’anello e il Pastorale carolini (quest’ultimo utilizzato dagli Arcivescovi nel giorno del loro ingresso in Diocesi); il calice è quello donato dalla famiglia Borromeo al beato cardinale Andrea Carlo Ferrari; la casula fu usata dal Santo e restaurata grazie all’intervento del Collegio San Carlo di Milano. Inoltre, in sacristia, viene esposta la reliquia, parte delle spoglie di San Carlo.
Presiedendo lo scorso anno in Duomo il Pontificale nella solennità del Borromeo, il cardinale Scola richiamò l’esemplarità del santo Vescovo, «che insegna anche oggi la fedeltà alla scuola della Croce». «Non c’è scuola più eloquente della Croce perché essa dice tutto il pensiero e i sentimenti di Cristo», spiegava appunto il Cardinale, che si chiedeva: «Duemila anni dopo la Pasqua e cinquecento dopo gli eventi vissuti dal Borromeo, come possiamo frequentare la scuola della Croce, abbeverarci a questa Cattedra? Ci indica lo stesso Vescovo la strada, avere sempre Gesù eucaristico davanti agli occhi e meditare sull’eccesso della Sua carità nella Passione». Un’identificazione essenziale e personale, dunque, quella di San Carlo, «fino a dare la vita come il Signore», che l’Arcivescovo sottolineava come tratto essenziale del predecessore: «San Carlo fu un pastore acceso dal fuoco di una carità immensa che nutrì la sua continua, indefessa azione di riforma, la quale ancora oggi possiamo valorizzare e di cui il Seminario resta, pur nel necessario cambiamento, una potente espressione. Questa esperienza partiva dalla sua persona e poteva poi, così, ampliarsi alla Chiesa e alla società intera. Non esiste possibilità di riforma nella Chiesa se il calco originario, posto dal Fondatore e dalla Comunità apostolica, non viene mantenuto, anche se guardato dal prisma di tante e differenti angolazioni».
L’invito a partecipare il 4 novembre alla solenne Eucaristia e a pregare sulla tomba di San Carlo in Duomo, per celebrarne la memoria e per raccomandare ancora alla sua intercessione la nostra Chiesa e la nostra società, è rivolto tutti, preti e diaconi, Consacrati e Consacrate, laici e laiche che abbiano la possibilità di partecipare.