«La forza di un’Università si vede nella sua vita ordinaria», nel suo ancoramento certo a un Dio che è «in mezzo al suo popolo, qui e ora nella storia». E, ancora, il senso di responsabilità che tutti, specie quanti guidano il Paese, devono sentire, perché «vengano promosse, con ben altro vigore, le esigenze dell’educazione e della ricerca». Lo richiama il cardinale Angelo Scola che, come tradizione, presiede la Celebrazione eucaristica nella Basilica di Sant’Ambrogio per l’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università Cattolica. Celebrazione al cui termine giunge anche l’annuncio, letto dall’Arcivescovo, della promulgazione del decreto dell’eroicità delle virtù del Venerabile Giuseppe Lazzati, che della Cattolica fu studente, docente e rettore dal 1968 al 1983. Parole accolte dall’applauso sentito dei moltissimi fedeli, docenti, studenti, personale dell’Ateneo che affollano la Basilica e dei concelebranti, tra cui gli assistenti ecclesiastici, alcuni Padri francescani e il responsabile della Pastorale universitaria della Diocesi, monsignor Pierantonio Tremolada.
In apertura della Messa, l’assistente generale, monsignor Claudio Giuliodori, confermando l’adesione alla proposta pastorale “Il campo è il mondo”, sottolinea: «La nostra riconoscenza è resa ancora più viva dalla consapevolezza della costante attenzione e dell’affettuosa vicinanza con cui Lei, Eminenza, nella sua doppia veste di Arcivescovo di Milano e di Presidente dell’Istituto Toniolo, segue la vita dell’Università». Ateneo che – sono parole di Scola – deve essere Communitas di docenti e discenti, al passo con i paradigmi scientifici della modernità, ma con quella identità chiara che non “aggiunge” la fede alla cultura, ma la pone a fondamento della formazione e della vita universitaria. «Se dalla vita quotidiana resta fuori dai contenuti e dai metodi della ricerca, la ragione, il per chi e perché siamo qui, non raggiungeremo lo scopo voluto con tenacia dai fondatori che è stato conservato fino a oggi e che sta a noi oggi portare avanti. Chiediamo che ognuno contribuisca – i docenti con la loro precisa testimonianza – a rendere la nostra Alma Mater una fonte creativa di cultura cristiana e di civiltà, così che i frutti possano essere offerti a tutti i soggetti che si muovono dentro la nostra società plurale, alimentando la cultura dell’incontro come punto sorgivo di relazioni nuove ispirate a quella costitutiva tra Gesù e il Padre, contribuendo al nuovo umanesimo di cui le nostre società hanno tanto bisogno oggi in un momento di difficoltà come l’attuale».
Sulla Promulgazione del decreto dell’eroicità delle virtù del Venerabile Giuseppe Lazzati si sofferma anche il professor Franco Anelli. «Grande rettore in anni difficili», lo giudica l’attuale Magnifico Rettore, nel discorso che in Aula Magna inaugura l’anno accademico, il 93esimo dell’Ateneo dei cattolici italiani. Che definisce un ruolo centrale dell’Università anche in tempo di crisi, dove – nota – «sono circa 9000 gli studenti in difficoltà economica cui l’Ateneo garantisce il diritto allo studio, investendo oltre 22 milioni di euro, grazie anche a una manovra straordinaria di 850 mila euro».
Due milioni di euro sono stati messi a disposizione dall’Istituto Toniolo, ente fondatore della “Cattolica”, di cui è presidente il cardinale Scola, che in questa sua veste, prende la parola: «Le travagliate circostanze socio-economiche in cui versiamo richiedono da tutti noi un supplemento di responsabilità» e «mettono in campo la necessità di decidere e di proporre dove e come vanno impiegate le risorse. In questo senso la nostra attesa nei confronti di quanti guidano il Paese è che vengano promosse, con ben altro vigore, le esigenze dell’educazione e della ricerca».
A conclusione della mattinata, la Prolusione del professor Dino Piero Giarda, già ministro per i Rapporti con il Parlamento, dedicata a “Le dinamiche dei rapporti finanziari tra Stato e Autonomie locali in Italia: una prospettiva storica”.
A margine, il Cardinale torna sulla figura del Venerabile Giuseppe Lazzati « È un altro tassello nella storia di santità di questa grande istituzione che deve spingere tutti a non dimenticare che il nesso con la fede, lungi dall’essere un impedimento per la ricerca e per lo studio, è un fattore che dando fisionomia al soggetto, aiuta a vivere a pieno la vita universitaria».