Giovedì 17 dicembre la visita pastorale “feriale” del cardinale Angelo Scola toccherà Inveruno (Milano), dove alle 21, al Cinema Teatro Brera (via Grandi 10), l’Arcivescovo incontrerà i fedeli del Decanato di Castano Primo. Chiediamo al decano, don Ferdinando Merelli, come la comunità si è preparata a questo appuntamento, che rientra nel programma della visita pastorale in corso nel biennio 2015-2017. «In Decanato noi preti ci siamo confrontati in più di una occasione, partendo dalle indicazioni dell’Arcivescovo contenute nel Decreto d’indizione della visita pastorale. Ogni parrocchia, poi, ha verificato il proprio cammino mediante le riunioni dei Consigli pastorali. La sintesi di questa verifica è stata raccolta in un incontro decanale, alla presenza dei rappresentanti di tutti i Consigli pastorali parrocchiali e dei sacerdoti. Inoltre, in tutte le parrocchie da alcune settimane si sta pregando intensamente per il buon esito della visita pastorale».
Quali sono le caratteristiche territoriali, economiche e sociali del vostro Decanato?
Il Decanato di Castano Primo è formato da 18 parrocchie con dimensioni variabili: si passa dagli 11 mila abitanti di Castano ai poco più di 500 di Castelletto di Cuggiono. Non ha un grosso centro di riferimento: gli insediamenti più rilevanti numericamente sono Castano, Turbigo, Inveruno e Cuggiono. Questa assenza di un centro unificante chiama e sollecita le parrocchie a costituirsi in una rete pastorale che serva effettivamente i quasi 80 mila abitanti del territorio. Sono sopravvenuti cambiamenti nella conduzione delle nostre parrocchie: tre sono le Comunità pastorali (Turbigo, Inveruno, Castano), due le Unità pastorali. Il processo di unificazione pastorale è stato ed è sempre abbastanza faticoso.
La crisi economica è molto presente da voi?
Direi proprio di sì. Il fenomeno lo si riscontra in tutta la sua realtà, a volte drammatica, anche in questi giorni, andando nelle case per la benedizione natalizia. È sul versante della carità, per gli aiuti che continuamente sono chiesti alla comunità cristiana, che si tocca con mano quanto la crisi economica sia un fenomeno tutt’altro che superato.