Degrado, abbandono e tanta sfiducia. Questo il clima che si respira nel Lotto 64 delle case Aler di via Salomone a Milano. Anziani che rimangono chiusi in casa perché gli ascensori non funzionano, cittadini che pagano regolarmente l’affitto e che devono adeguarsi a vivere in edifici senza manutenzione.
Il Lotto 64 comprende i numeri civici che vanno dal 28 al 66. In tutto si tratta di 477 famiglie. Tra loro 200 anziani, mentre gli stranieri rappresentano al massimo il 10 per cento. Una zona completamente isolata, senza negozi o centri commerciali. Ci sono solo la parrocchia e la Caritas. Qui, infatti, ha sede il servizio di prossimità dell’Unità pastorale Forlanini di Caritas Ambrosiana.
«È un quartiere con molte problematiche. Le difficoltà maggiori sono quelle della popolazione anziana», spiega il responsabile Giorgio Sarto. Ci sono alcuni appartamenti sfitti, una quarantina in tutto, occupati da abusivi: «Sono anni che il quartiere, come altri in cui si trovano case popolari, versa in una situazione di sfascio e di abbandono – aggiunge Sarto -. Le persone hanno bisogno di credere in qualcuno. Ci sono tanti casi differenti: dagli onesti che pagano l’affitto e loro malgrado vivono nel degrado, ai furbi che occupano le case abusivamente, fino ai morosi disperati perché non riescono ad arrivare alla fine del mese. Il disagio è forte. Per questo, a mio avviso, è tanto più importante che le case Aler siano ben gestite: devono essere rispettati sia i diritti, sia i doveri».
La Caritas, in particolare, si occupa del sostegno e dell’accompagnamento degli anziani a visite mediche, negli uffici per le pratiche burocratiche, in farmacia, e presta un aiuto a quanti sono soli o abbandonati. Un supporto costante e quotidiano per chi è più fragile. «Con il nostro servizio facciamo capire loro che possono contare su persone amiche, pronte a venire incontro ai loro bisogni», sottolinea Sarto. Tra le attività c’è anche lo “Spazio anziani Salomone”, un progetto in rete con i servizi del Comune, gli assistenti sociali e i custodi sociali. Non solo un centro per la terza età, ma un aiuto concreto per le persone sole e che manifestano i primi sintomi delle patologie dell’invecchiamento. A disposizione c’è un locale in cui trascorrere il pomeriggio in modo sereno, assistiti da un operatore Caritas: tra le attività vengono proposti anche esercizi per mantenerela memoria. «Gli anziani che ne beneficiano sono poco più di 200, ma 108 sono quelli conosciuti – precisa Sarto -. Attraverso momenti di contatto telefonico e l’intervento di volontari è possibile creare una rete attorno a loro. È quindi anche una sorta di osservatorio, che ci permette di mantenere i contatti con persone che, in caso di necessità, possono rivolgersi a noi».
Moltissimi anziani hanno storie familiari problematiche e pesanti. Sono persone che devono essere sostenute nel modo più dignitoso possibile. Per questo nel Lotto 64 c’è anche un progetto di coesione sociale, avviato in collaborazione con il Comune: un’occasione per avvicinare un numero maggiore di persone e per far conoscere i servizi presenti sul territorio.
È un’attività che continua tutto il giorno, senza mai fermarsi. «Aiuto gli anziani dieci ore al giorno per cinque giorni alla settimana – rileva Sarto -. Una volta che è terminato l’accompagnamento alle visite mediche o negli uffici, c’è sempre qualche motivo per fermarsi ulteriormente. Talvolta, per esempio, vado a trovare le persone costrette a rimanere in casa tutto il giorno, perché gli ascensori sono fuori servizio. Il degrado nelle case popolari è forte e gli anziani, i più fragili, sono quelli che ne patiscono maggiormente le conseguenze».