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Dopo il Rapporto

Caritas: «La povertà aumenta, da noi non più solo i clochard»

Alessandro Pezzoni (Area grave emarginazione): «Ai nostri sportelli in passato arrivavano soprattutto i senza dimora. Oggi sono sempre più numerosi quanti hanno problemi di reddito e hanno perso casa». In arrivo il freddo: «Gli interventi non siano limitati solo a questa emergenza»

di Claudio URBANO

20 Novembre 2016

I freddi numeri delle statistiche, si dice, non riescono mai a dare il conto delle storie personali. Una constatazione ancor più vera per gli invisibili delle nostre città, i senza fissa dimora e tutte le persone a rischio di grave emarginazione, i cui tratti si perdono spesso nell’immagine del clochard o poco più.

Per questo sono ancor più preoccupanti le cifre dell’Osservatorio povertà di Caritas Ambrosiana, illustrate il 16 novembre a Milano, che denunciano un aumento del 21% di chi nell’ultimo anno si è rivolto al Sam, il Servizio di assistenza milanese rivolto agli italiani, dedicato a chi è in situazione di grave marginalità: 747 le persone che si sono rivolte allo sportello nel 2015. Una crescita vistosa, di cui non si sono ancora individuate le cause, riferisce il responsabile dell’Area grave emarginazione di Caritas Alessandro Pezzoni, ma che si aggiunge a un dato negativo più esteso: la crescita di un quinto, dal 2008 a oggi, degli italiani che chiedono aiuto ai servizi di Caritas, nel 2015 complessivamente 4719 persone, oltre a 8309 stranieri.

«Probabilmente la spiegazione è da ricercare nel peggioramento della situazione complessiva – osserva Pezzoni riguardo i numeri del Sam -. Non siamo ancora usciti dalla crisi, e i dati Istat mostrano che c’è stato un aumento della povertà assoluta». Pezzoni precisa che chi si rivolge allo sportello della Caritas non deve essere considerato per forza un senza tetto, anzi, «mentre in passato arrivavano da noi soprattutto i senza dimora, oggi sono sempre più numerose le persone che, pur avendo una rete di relazioni, hanno problemi di reddito e, per esempio, hanno perso la loro abitazione. Non esattamente clochard, quindi, e per le quali il Sam costituisce un importante punto d’appoggio. Negli orari di apertura settimanale, infatti, l’accesso allo sportello è libero, e gli operatori accompagnano chi si rivolge al servizio sia con l’ascolto che con l’accompagnamento e il sostegno nella ricerca di soluzioni di stabilità, a partire proprio dall’esigenza abitativa. A oggi, sono circa 400 le persone che hanno la propria residenza presso lo sportello di via Bergamini, requisito essenziale per ricevere la posta, per esempio, o per accedere al servizio pubblico di assistenza sanitaria».

La sfida più difficile, per chi è caduto in questa fascia grigia, è quella di rialzarsi al più presto, per evitare il cronicizzarsi della crisi. Un compito al quale sono chiamati anche i servizi comunali. «Come Caritas non partecipiamo al Piano Freddo del Comune», avviato proprio in questi giorni per dare un ricovero notturno ai senza dimora. «Sia perché attraverso il Rifugio Caritas alla Stazione Centrale lavoriamo su un’accoglienza differente, che prevede oltre al posto letto anche una progettualità a tutto tondo sulla persona accompagnata – precisa Pezzoni -, sia perché le cifre corrisposte agli enti del terzo settore per ciascun posto-letto messo a disposizione (8 euro al giorno), non sempre consentono di dare sempre un’accoglienza rispettosa della dignità degli ospiti».

L’Amministrazione si è attrezzata bene per quanto riguarda i numeri, arrivando a 2700 posti-letto a disposizione. «Ora – conclude Pezzoni – anche grazie agli 8 milioni in arrivo a Milano col Piano Nazionale contro la povertà, annunciati dall’Assessore alle Politiche sociali Majorino proprio in occasione del convegno Caritas, si tratta di avviare interventi che non siano limitati solo all’emergenza freddo».

 

I numeri

Richieste di aiuto in calo rispetto al 2008, ma solamente grazie alla diminuzione degli stranieri, che peraltro riflette i sempre minori arrivi (esclusi i richiedenti asilo) durante gli anni della crisi. Sono cresciuti invece, e di molto, gli italiani che si rivolgono ai centri Caritas. Questo il quadro del XV Rapporto dell'Osservatorio povertà di Caritas ambrosiana, che ha contato 13.170 persone su un campione di 57 sportelli, ma sul territorio della diocesi i centri ascolto e dunque le persone assistite sono in realtà cinque volte tanto. Gli immigrati restano la maggioranza, ma nel 2015 gli italiani sono stati oltre uno su tre, il 36%, mentre nel 2008 le proporzioni erano di un italiano ogni quattro; il Servizio assistenza alla grave marginalità rivolto agli italiani ha registrato nel 2015 un'impennata addirittura del 21% dei colloqui. Del resto i dati certificano soprattutto la difficoltà ad uscire dalla crisi: crescono gli assistiti nella fascia 40-60 anni, e il 51% delle persone nel 2015 ha chiesto aiuto per il secondo anno consecutivo. Oltre un assistito su due è disoccupato o con problemi di reddito, e  e ancora una volta il numero cresce soprattutto tra gli italiani, +47% dal 2008. Infine il problema casa: il disagio abitativo è espresso da un giovane su cinque di chi si rivolge alla Caritas.

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