Ciro, Giuseppe e Cristiano: tre detenuti che nel carcere di Opera stanno scontando condanne pesanti per omicidio. Sono loro ad aver prodotto e donato al Congresso eucaristico di Genova (15-18 settembre) oltre 16 mila ostie, preparate artigianalmente nel laboratorio allestito nell’istituto penitenziario milanese nell’ambito del progetto “Il senso del pane”, e che saranno consacrate durante tutte le celebrazioni dell’evento dagli oltre 70 vescovi e cardinali presenti alla tre giorni ligure.
«Abbiamo lavorato durante il mese di agosto per produrre le ostie per il Congresso – spiega Cristiano – e siamo contenti di poter essere presenti anche noi, attraverso il nostro impegno, a questo evento così importante per la Chiesa italiana. Grazie al progetto “Il senso del pane”, ho capito il significato di redenzione e misericordia dell’Eucaristia. Per noi che viviamo in carcere, tale valore è visibile concretamente, grazie al percorso di conversione che compiamo nel laboratorio. Ma, con la nostra testimonianza, siamo certi che anche a Genova, dove tutta la Chiesa italiana riflette sull’Eucaristia, faremo arrivare il nostro messaggio, perché abbiamo potuto sperimentare la misericordia di Dio, che si fa cibo di salvezza per tutti noi».
“Il senso del pane” è un progetto della Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti che, nel carcere di Opera, grazie alla collaborazione del direttore dell’istituto penitenziario Giacinto Siciliano, ha allestito un laboratorio artigianale per la produzione di particole, che vengono donate gratuitamente alle parrocchie che ne fanno richiesta, inviando una mail a ilsensodelpane@gmail.com Attualmente, sono oltre 200 le realtà che utilizzano le ostie che sono state consegnate personalmente dai detenuti anche a papa Francesco: il Santo Padre li ha ricevuti in udienza lo scorso 9 aprile e ha consacrato le particole lo scorso 15 maggio, a Pentecoste, nel giorno in cui la Chiesa ricorda la discesa dello Spirito Santo e inizia, quindi, la propria testimonianza missionaria. Un legame importante con il Congresso di Genova, che intende riflettere proprio sull’Eucaristia come «sorgente della missione».
Oggi le ostie sono arrivate in tutti i 5 continenti: dagli scenari di guerra del Kurdistan iracheno, di Gerusalemme e della Siria, ai luoghi più cari alla devozione popolare, come Lourdes e Cracovia, fino ad arrivare a “terre di frontiera” come Nairobi, in Kenya (Africa), nel Nicaragua e a Cuba (America) o nel carcere di Colombo, capitale dello Sri Lanka (Asia). «Persone di ogni parte del mondo – specifica Arnoldo Mosca Mondadori, ideatore del progetto – si uniscono in una rete meravigliosa il cui legame è la coscienza che l’Eucaristia è il cibo oggi necessario per la vera pace di ogni essere umano».