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Abbiamo incontrato Gesù

Seconda Domenica di Quaresima. Pellegrinaggio diocesano giubilare, Roma, Basilica di San Pietro - 16 marzo 2025

16 Marzo 2025

1. Abramo, il padre della fede e uomo dell’incompiuto

Si fanno avanti i testimoni, i testimoni dell’essenziale, per portare a compimento il nostro Giubileo. Si presenta, dunque, Abramo, nostro padre nella fede, il modello di tutti i credenti: il sant’uomo mortificato dalla vita, l’uomo dalla fede ineccepibile, segnato dall’incompiuto, senza un figlio che possa consentire di entrare nell’eredità promessa. Il sant’uomo, la santa donna dell’incompiuto, come tante vite buone in tutto, eccetto nell’essenziale del desiderio più intenso e necessario. Abramo, l’uomo della fede, l’uomo che ha sofferto fino alla vecchiaia dell’incompiuto del suo desiderio, continua a credere nella promessa finché, dice il Vangelo, vive il giorno di Gesù. Come attesta il Vangelo di Giovanni: «Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno: lo vide e fu pieno di gioia» (Gv 8,56).

Abramo, dunque, nostro padre nella fede, è testimone di Gesù. L’uomo dell’incompiuto attesta che il compimento della promessa di Dio non è soltanto Isacco, il figlio della vecchiaia, ma è Gesù, il figlio della promessa.

 

2. Mosè, l’amico di Dio testimone delle fatiche

E si fa avanti Mosè, l’amico di Dio, di cui si dice che «il Signore parlava con Mosè faccia a faccia, come ognuno parla con il proprio amico» (Es 33,11). Mosè, l’uomo sorpreso da Dio, l’amico di Dio che vorrebbe introdurre tutto il popolo nell’intimità con Dio, nell’alleanza, nella legge, nella terra promessa. L’amico di Dio che sospira la terra promessa per sé e per il suo popolo e la vede solo da lontano, dopo quarant’anni di deserto, di mormorazioni e di ribellioni.

Mosè, l’amico di Dio che sopporta il deserto, è il testimone delle fatiche dentro la comunità stessa. È il testimone che può aiutarci a riconoscere molte nostre fatiche nelle comunità: rapporti che si complicano, persone che si allontanano, malcontento che serpeggia dappertutto, come nel popolo di Israele durante il cammino nel deserto.

Si fa dunque avanti Mosè, l’uomo amico di Dio, che vorrebbe rendere tutto il popolo amico di Dio. Si presenta sul Monte della Trasfigurazione per essere testimone. Ecco la verità dell’alleanza, ecco la verità della legge, ecco la verità della terra promessa: non c’è altri che Gesù.

 

3. Elia, il profeta che arde per un mondo giusto

E sorge Elia, profeta simile al fuoco: la sua parola bruciava. Elia, il profeta che contesta la prepotenza, il profeta che si oppone all’usurpatore dei beni dei poveri. Elia, l’uomo del fuoco, pieno di ardore, profeta per un mondo giusto. Il profeta che desidera la pace, la giustizia, e si scontra con l’ingiustizia, la persecuzione, l’ostilità.

Elia è come il fuoco che arde nei cuori di tutti coloro che sospirano la pace e la giustizia, che sospirano la difesa dei poveri. Si fa dunque presente Elia sul Monte della Trasfigurazione per attestare: ecco il giusto per eccellenza, ecco colui che è la nostra pace: Gesù.

 

4. Gli uomini e le donne dell’essenziale

E si fanno avanti tanti altri testimoni. Forse ne abbiamo conosciuti. Forse possiamo ricordare persone come Abramo, l’uomo della fede, che riconosce l’incompiutezza della sua vita. Uomini e donne come Mosè, che desiderano unire il popolo nell’alleanza e sospirano una terra di pace. Forse anche uomini e donne come Elia, profeti per la giustizia e per la pace.

Si fanno avanti uomini e donne che ci dicono l’essenziale. E tra questi vorrei ricordare un ragazzo, Luca, morto dopo qualche giorno dal ritorno dalla Giornata Mondiale della Gioventù. Vi era andato proprio per incontrare l’essenziale e di lui si dice: «Tanto amava il bello, e ancor di più Dio, fonte primaria di ogni meraviglia».

Si fa avanti questo grande popolo di testimoni, che ci dicono che l’incompiuto si compie in Gesù, che il popolo trova la nuova alleanza in Gesù, che il desiderio di giustizia e di pace è compiuto in Gesù.

 

Ecco, rimane Gesù solo sul Monte della Trasfigurazione. Forse è questa la grazia che vogliamo chiedere in questo Giubileo: che tutto si riconduca a Gesù. E noi, tornando riconciliati, rasserenati, alleggeriti alla nostra vita ordinaria, possiamo rispondere a chi ci domanda: “Com’è stato questo Giubileo, questo pellegrinaggio?”. Possiamo dire, semplicemente, così: “Abbiamo incontrato Gesù”.