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A proposito del rinnovarsi di giorno in giorno

Prima Domenica di Quaresima, VESPRI, Milano, Duomo – 18 febbraio 2024

18 Febbraio 2024

È come se il mondo fosse invecchiato. Sembra di abitare in una di quelle case abbandonate al degrado: le cose non funzionano, le finestre non chiudono bene e spifferi gelidi fanno rabbrividire i bambini, le riparazioni sono cose nuove appiccicate su muri che si sgretolano e qualche rubinetto funziona come per miracolo.
Il mondo invecchiato cade a pezzi e si aggirano bande di disperati, di vandali, di delinquenti che si accaniscono a rovinarlo, come quelli che si divertono a tagliare il ramo su cui sono appoggiati.
Nel mondo invecchiato i discorsi sono deprimenti. Sono frequenti i battibecchi: “È colpa tua. Siete stati voi! Hanno cominciato loro!”.

Nello spettacolo desolante si riconoscono però uomini e donne che custodiscono il principio del rinnovarsi di giorno in giorno. Perciò non si scoraggiamo, ma se anche il nostro uomo esteriore si va disfacendo, quello interiore si rinnova di giorno in giorno (2Cor 4,16).
Uomini e donne amici di Dio percorrono la terra e la loro vita racconta del “rinnovarsi di giorno in giorno”.
Tra gli amici Dio si riconoscono uomini e donne di ogni paese, età, condizione, parlano tutte le lingue tanto che talora non si intendono neppure tra di loro se non con sorrisi e opere buone.

Gli amici di Dio, non sa come, però sono pieni di fiducia. “Dunque siamo pieni di fiducia” (2Cor 5,6). Leggono le statistiche che decretano l’inevitabile declino con il linguaggio perentorio e un po’ stupido dei numeri, eppure sono pieni di fiducia. Ascoltano i discorsi catastrofici un po’ stupidi, eppure sono pieni di fiducia. Raccolgono dalla cronaca racconti raccapriccianti di fatti assurdi e tremendi, eppure sono pieni di fiducia. Forse perché sono amici di Dio e secondo le parole sconcertanti di Paolo, fissano lo sguardo non sulle cose visibili, ma su quelle invisibili perché quelle visibili sono di un momento, quelle invisibili, invece sono eterne (2Cor 4,18).

Gli amici di Dio in genere non fanno grandi discorsi e anche quando parlano la loro parola non ha un significativo indice di ascolto. Perciò molti pensano che non esistano. Eppure avrebbero qualche cosa da dire. Ma loro non si curano degli indici di ascolto, piuttosto di quanti riescano a raggiungere ogni giorno con il loro sorriso e il bene che riescono a fare.

Gli amici di Dio, si potrebbe dire, conoscono il principio del “rinnovarsi ogni giorno”. E’ come se avessero una riserva inesauribile di gioia. In realtà non hanno nessuna riserva e ogni giorno, ogni giorno attingono alla sorgente della gioia. Si fermano, infatti, ogni giorno per ascoltare le confidenze di Gesù. “Queste cose vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena” (Gv 15,11).

Conoscono il principio del rinnovarsi ogni giorno. Sono infatti abituati a fare l’esame di coscienza, cioè a mettersi alla presenza di Dio ogni giorno per domandarsi in che cosa possono correggersi, di che cosa devono chiedere scusa, e a domandare a Dio la grazia di essere domani più capaci di amare. Perciò non sono facili a criticare gli altri. Fanno l’esame di coscienza e si rendono conto di essere povera gente imperfetta eppure desiderosa e contenta di ricevere la grazia di Dio. Sono così ingenui che pensano che anche gli altri, quelli che viene voglia di criticare, siano povera gente imperfetta eppure desiderosa di una qualche grazia per essere felici.

Conoscono il principio del rinnovarsi ogni giorno. Sono infatti allergici alle etichette che classificano gli altri e li riducono a sagome senza spessore e senza mistero. Vivono gli incontri, proprio quelli di ogni giorno con le persone che si direbbero più scontate e noiose con una specie di benevolenza attenta e di stima previa a ogni conferma. Riconoscono spesso di aver pensato male senza motivo di qualcuno e di non aver capito molto degli altri.
Come i papà e le mamme che osservando i loro piccoli crescere sono pieni di stupore per le scoperte che i piccoli compiono ogni giorno, così gli amici di Dio osservano le persone che incontrano e sono pieni di stupore nel riconoscere le opere che Dio compie in ciascuno. Riconoscono che hanno molto da imparare.

Conoscono il principio del rinnovarsi ogni giorno. Attraversano infatti le tribolazioni della vita e le valutano come suggerisce Paolo: il leggero peso della nostra tribolazione ci procura una quantità smisurata ed eterna di gloria (2Cor 4,17). Insomma, sono amici di Dio e vivono nella speranza.