A Bresso, nell’hinterland a nord di Milano, gli oratori hanno cercato di abbattere le barriere. Quelle mentali, prima ancora che quelle fisiche. Perché nessuno rimanga escluso, e la proposta educativa sia davvero per tutti.
Come nell’intera diocesi ambrosiana, anche presso la giovane Comunità della Madonna del Pilastrello – “partita” meno di un anno fa con l’unione delle tre parrocchie cittadine – è iniziata la stagione dell’oratorio feriale: più di mille partecipanti, fra bambini delle elementari e ragazzi delle medie, accompagnati da circa 150 educatori, adolescenti e giovani.
Quest’anno indossano la maglietta dell’oratorio estivo anche 21 ragazzi con disabilità, di vario tipo. E per loro non ci sono programmi particolari né attività “a parte”: partecipano alle iniziative previste per tutti, dai giochi ai laboratori, alla preghiera. Secondo un progetto di inclusione che è partito già alcuni anni fa da un gruppo di mamme e di catechiste particolarmente attente a queste problematiche, e che rapidamente ha coinvolto le famiglie e i ragazzi degli oratori bressesi a tutti i livelli.
L’intuizione fondamentale è stata questa: non creare spazi “protetti”, e quindi separati, per i ragazzi disabili, ma inserirli nella “normale” programmazione oratoriana. Chiedendo ai loro coetanei normalmente “abili” una maggiore attenzione nel coinvolgere chi, a vario livello, ha difficoltà motorie o cognitive.
Una quarantina di adolescenti, inoltre, si sono proposti per essere appositamente formati per accompagnare in modo diretto i ragazzi con disabilità, insieme agli educatori professionali che operano negli oratori di Bresso. Come Jessica Mattarolo, 25 anni, laureata in Scienze dell’educazione con specializzazione in pedagogia: «Tre anni fa, quando sono arrivata, abbiamo dovuto inventarci un po’ tutto per realizzare questo progetto di inclusione… Anche come trovare fondi tramite bandi o come coinvolgere i parrocchiani. Partendo dalla convinzione che siamo noi che dobbiamo andare incontro ai ragazzi disabili». Ma il progetto degli oratori estivi inclusivi è portato avanti anche grazie alla collaborazione di altri educatori che operano nell’oratorio della Misericordia e del San Carlo (Andrea, Laura, Silvia e Miriam).
Durante l’anno, infatti, si è lavorato con il “catechismo dei cinque sensi”: un metodo inedito per fare catechesi anche a bambini che hanno esigenze diverse e particolari, e che utilizza le drammatizzazioni, le ombre cinesi, le flash card e le letture animate. Coinvolgendoli, inoltre, anche nelle diverse attività dell’oratorio domenicale.
Si tratta di un arricchimento per tutti. Come ben aveva intuito don Pierpaolo Zannini, allora responsabile della Pastorale giovanile a Bresso, oggi alla Pastorale vocazionale del Seminario, che aveva subito promosso queste iniziative di inclusione. In un programma che ora è continuato dal nuovo responsabile degli oratori bressesi, don Andrea Carrozzo, 27 anni: «Questa esperienza ci aiuta a parlare di Gesù a tutti, anche in maniera nuova e diversa. E per i ragazzi e gli animatori diventa un’occasione per rimettersi in gioco e per essere testimoni sempre più credibili del Vangelo».