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Venezia 2024: il cinema tra grandi produzioni e nuove forme narrative

I grandi successi e le delusioni (poche) dell'81esima Mostra del Cinema, tra le sorprese anche italiane e l'influenza crescente dello streaming, per provare a raccontare qualcosa di diverso

Di Gabriele LINGIARDI

6 Settembre 2024

L’osservatorio privilegiato della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia ha aperto le porte verso la nuova stagione al cinema. Un’edizione dalla qualità media molto alta. Solitamente nei festival si possono trovare alti e bassi radicali, quest’anno invece i brutti film sono stati limitati a una manciata di delusioni, per cui non vale la pena infervorarsi.

Al contempo, però, sono mancate anche le pellicole solitarie che svettano sugli altri. The Brutalist e Joker: Folie à Deux hanno portato al Lido un cinema dai grandi mezzi, spettacolare e ambizioso. Se il primo è una bella sorpresa, il sequel di Joker, già Leone d’Oro nel 2019, è una delusione.

Il tema inatteso della Mostra

Insolito il tema che è emerso come filo conduttore involontario tra molte opere: la permanenza delle anime nel mondo dei vivi, il tentativo di riconnettersi tra piani dell’esistenza. Parla di questo Beetlejuice Beetlejuice, sequel dal doppio titolo del film di Tim Burton del 1988, ma anche Nonostante, di e con Valerio Mastandrea. Il film italiano racconta di persone in coma in un ospedale, il cui spirito vaga in attesa di capire se vivrà o morirà. Una commedia che si tinge di dramma e romanticismo, non perfettamente riuscita ma godibile.

Le sorprese

Molto bene Maria, di Pablo Larraìn, mentre Vermiglio è una grande sorpresa italiana, sulla scia del cinema di Ermanno Olmi. Dà soddisfazione anche qualche scoperta nella sezione Orizzonti, quella attribuita al cinema più di ricerca. Aïcha è ispirata a fatti realmente accaduti (così pazzeschi che si fatica a credergli): in seguito a un incidente stradale, Aya ha l’occasione di fingere la propria morte per rinascere sotto una nuova identità e provare a emanciparsi in Tunisia.

Il festival del cinema di VeneziaUna grande interpretazione e un pizzico di ironia ben riposta rendono Familiar Touch una bella variazione sul tema dell’Alzheimer e del riambientarsi dei genitori anziani nelle case di cura. Alla Mostra è sbarcato anche tanto erotismo, a volte di grana grossa ed esplicito, come quello espresso da Guadagnino in Queer, altre volte banale come in Babygirl, ma anche coinvolgente e sensato a livello di trama come accade in Disclaimer, serie di Alfonso Cuaròn.

L’influenza dello streaming

Con una durata media generalmente oltre le due ore, la Mostra ha presentato alcuni film fiume (immancabile il regista Lav Diaz con Phantosmia di ben 246 minuti) e molte serie TV. La selezione di quest’anno racconta di un modo di fruire l’audiovisivo profondamente cambiato negli ultimi anni con l’avvento delle piattaforme streaming. Nuove forme narrative estese dove i grandi autori stanno provando a spostarsi per provare a raccontare qualcosa di diverso.

La locandina del Festival del cinema di Venezia

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