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Famiglia

Goodbye Julia, perdono e riconciliazione in un Sudan spezzato

Il regista Mohamed Kordofani racconta la storia di Mona, musulmana, e Julia, cristiana. Due donne separate non solo dalla religione, che riescono a descrivere il mondo sotto lo sguardo femminile

di Gabriele LINGIARDI

22 Novembre 2024

Il perdono è un qualcosa che si fa dentro di sé, la riconciliazione avviene tra due persone. I grandi eroi, al cinema, perdonano. Le donne semplici, al cinema, riconciliano. Accade in Goodbye Julia, ma accadeva anche in As Bestas, dove una vedova spezzava il ciclo di violenza con chi ha ucciso suo marito. O in Vermiglio, con lo sguardo incrociato di due vedove di uno stesso uomo.

Mohamed Kordofani non è un regista ingenuo. Il suo film è costruito su un sapiente alternarsi di speranza di pace con l’ineluttabilità di un mondo che sembra scegliere la violenza. Goodbye Julia trova così un finale (che non sveleremo) emozionante in positivo. Lo contrappone subito dopo con un’ultima inquadratura incredibilmente amara.

La trama

Una scena del film Goodbye Julia

Siamo nel 2005 a Khartoum, nel nord del Sudan. Mona è musulmana, è benestante, ama cantare, ma il marito non glielo permette. I due non hanno figli, pur desiderandoli. Julia invece è povera e cristiana. Suo figlio, Daniel, viene investito da Mona.

Questa scappa a casa, inseguita dal marito di Julia. Arrivata a destinazione, viene protetta dal marito che fredda l’inseguitore con un colpo di fucile. Autodifesa, dirà la polizia scagionando la coppia. Eppure il senso di colpa è troppo: la donna accoglie l’ignara vedova come sua domestica. La tratta da amica e si rapporta a Daniel come a un figlio. Si instaura così un legame fortissimo che espande la famiglia. Avviene in un Sudan infiammato dalle tensioni sociali e di guerriglia che porteranno alla secessione.

Una metafora sulle divisioni

Così il film riesce a inquadrare una piccola storia, per renderla metafora di movimenti civili e rivendicazioni molto più ampie. Dal primo piano al campo lunghissimo, Goodbye Julia prova a dimostrare, seppur con qualche ingenuità e con qualche minuto di troppo, come le divisioni nazionali si ripercuotano sulla vita delle persone e come questa influenza valga anche al contrario.

Fortunatamente il cinema da un decennio a questa parte ha capito che il nuovo punto di vista per raccontare il mondo è quello femminile. Così lo sguardo e l’amicizia, pur nel rispettivo dolore, di queste due splendide protagoniste è una rivoluzione delicata, contro un modo di pensare maschile ormai logoro nella sua ricerca di vendetta, contro una giustizia orientata al pareggio, all’occhio per occhio che dà una soddisfazione momentanea e non, appunto, alla riconciliazione sul lungo termine.

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La scheda del film

Regia di Mohamed Kordofani. Con Siran Riak, Eiman Yousif, Nazar Goma, Ger Duany, Issraa El-Kogali.

Genere Drammatico, Sudan, 2023, durata 120 minuti.

Uscita cinema giovedì 24 ottobre 2024. Distribuito da Satine Film.

 

Temi: donne, Sudan, giustizia, famiglia, canto, libertà, storia