18/02/2008
di Luisa BOVE
Compie 20 anni l’Orchestra Sinfonica Esagramma, che per l’occasione terrà un concerto domani sera all’Auditorium di largo Mahler a Milano. A eseguire brani di Beethoven, Grieg e altri autori saranno 40 elementi tra professionisti e musicisti disabili che si sono formati ai corsi di musicoterapia e perfezionamento orchestrale. L’esecuzione sarà di alto livello, non a caso l’Orchestra ha già suonato a Roma nel 2000 al Giubileo dei disabili, a Bruxelles nel 2003 per il Parlamento europeo e l’anno scorso davanti al Papa all’Agorà dei giovani che si è svolta a Loreto.
Il “Laboratorio di musicologia applicata” era nato attorno alla figura di don PierAngelo Sequeri (prete ambrosiano e musicista, ndr) che ha saputo coinvolgere alcuni professionisti nel suo progetto. Si tratta di «un volontariato specialistico, con musicisti e operatori della riabilitazione e del mondo della psicopedagogia», dice Marco Sciammarella, coordinatore dell’Orchestra. L’associazione infatti ha avviato corsi di educazione alla musica per ragazzi disabili, con l’intento anche di diffondere la cultura musicale.
«All’inizio eravamo una struttura di volontariato, avevamo risorse limitate e gli allievi non superavano la ventina – spiega Sciammarella -, oggi sono 120 tra bambini, giovani e adulti». Si va da bimbi della scuola materna fino agli over 50, dando così opportunità «anche a fasce scoperte dai servizi per la disabilità», in particolare le persone di mezza età «spesso hanno già esaurito tutti i percorsi che pubblico e privato di solito offrono».
Negli ultimi anni le richieste a Esagramma sono molto cresciute, anche attraverso il passaparola dei genitori, e da associazione si è trasformata in cooperativa per meglio rispondere alle esigenze degli utenti. Oggi propone diverse attività, ma al centro rimane l’aspetto musicale. Il programma prevede un corso triennale di “base” chiamato Musicoterapia orchestrale, in cui gruppi di 6-8 persone (ragazzi con disabilità, musicisti e psicopedagogisti) lavorano insieme con l’intento di crescere musicalmente.
«Il primo anno è molto esplorativo – dice il coordinatore -, chiediamo agli allievi di provare ogni strumento, dalle percussioni agli archi (in studio ci sono infatti violini, violoncelli, contrabbassi, arpe, timpani, xilofoni, vibrafoni, pianoforte e strumenti a fiato, ndr). I pezzi che si suonano sono brevi, intuitivi e facili. Man mano aumenta la complessità dei brani, che sono sempre più lunghi e i ragazzi suonano lo strumento che hanno scelto. Nell’ultimo anno si arriva alla sinfonia».
Gli allievi di Esagramma sono minori e adulti con problemi psichici e mentali gravi (autismo, ritardo cognitivo, psicosi infantile) oppure pazienti psichiatrici con disagio sociale e familiare. La musica viene in aiuto a chi non è in grado di utilizzare le tradizionali forme espressive di comunicazione (parole e gesti) offrendo un nuovo linguaggio. «Infatti la musica è capace di “ricucire” diversi elementi – continua Sciammarella -, riattivando il corpo, la mente e le emozioni», che in questo modo riescono a esprimersi.
«Noi non facciamo miracoli, né vendiamo ricette facili, il lavoro è lungo e complesso, ma i genitori sono molto contenti e ci parlano dei successi che i loro figli ottengono anche fuori grazie a Esagramma. «Ci sono ragazzi che non riescono a stare fermi neppure davanti a un cartone animato o rimanere seduti in auto per un tragitto di due chilometri, ma poi fanno concerti di due ore e mezza. Stanno fermi non perché hanno imparato le buone maniere, ma perché hanno capito il senso profondo di ciò che stanno facendo e al concerto si prendono gli applausi».