Un milione e mezzo di turisti, con 900 mila biglietti venduti e un incasso di quasi settanta milioni
di euro, ben al di sopra delle aspettative. E in più, tre miliardi di telespettatori per le Olimpiadi invernali più viste nella storia. Numeri di un exploit sportivo, organizzativo e d’immagine
di Paolo Lambruschi
Quindici discipline, 84 eventi da medaglia, 1026 medaglie assegnate. Conclusi in bellezza i XX Giochi Olimpici invernali di Torino 2006, come da tradizione si danno i numeri. Cifre che testimoniano di un successo sportivo, organizzativo e di immagine.
A questo risultato hanno lavorato 2500 persone, il 37% con meno di 30 anni, affiancati da 18 mila volontari provenienti da 64 Paesi. Sui siti si sono esibiti 2573 atleti, accompagnati da 2704 tecnici in rappresentanza di 80 Comitati olimpici nazionali. Per quanto riguarda i servizi, 400 mila i pasti serviti allo staff e ai volontari, a cui se ne aggiungono oltre 100 mila forniti agli atleti nei Villaggi olimpici. E visto che si va verso la primavera, oltre 16 mila sono stati i mazzi di fiori, di camelie, azalee e rododendri utilizzati per le premiazioni degli atleti e per le aree di accoglienza.
Dal punto di vista economico, secondo uno studio dell’Unione Industriale torinese, le ricadute per l’area di Torino sono di grande rilievo: i Giochi determineranno una crescita complessiva del valore aggiunto piemontese di oltre 13 miliardi di euro entro il 2009, mentre l’occupazione dovrebbe aumentare del 2,9% all’anno.
Un milione e cinquecentomila i turisti arrivati nel capoluogo piemontese nelle settimane olimpiche, un risultato molto al di sopra delle aspettative, dato che la previsione iniziale del Comune era di un milione di presenze. Sono state inoltre distribuite oltre 1.600.000 copie di materiale informativo, tra mappe della città, itinerari tematici e calendari eventi.
Incalcolabile il ritorno d’immagine per Torino e le valli olimpiche, cui in tutto il mondo sono state dedicate più di 13 mila ore di trasmissioni televisive. Le Olimpiadi invernali di Torino sono state le più viste nella storia, con oltre 200 Paesi collegati, rispetto ai 160 di Salt Lake City, per una platea di circa 3,2 miliardi di spettatori. Coinvolti oltre 90 network televisivi in 39 Paesi del mondo, concentrati in prevalenza sul mercato europeo, nordamericano e asiatico. Una vetrina enorme, dunque, quella olimpica, che fa ben sperare per i prossimi anni.
Il trend turistico per il capoluogo piemontese è in crescita già da alcuni anni. Nel periodo olimpico sulle montagne le presenze giornaliere negli alberghi sono passate da un massimo di 9000 a 60 mila; sono stati occupati 6-7000 alloggi, mentre sui mezzi pubblici speciali ci sono stati complessivamente tre milioni di passeggeri.
Le Olimpiadi invernali vengono infine archiviate con la vendita di 900 mila biglietti (chi si è lamentato per i prezzi alti sappia che erano stati fissati dal Cio), con un incasso complessivo di 69,4 milioni di euro, cinque milioni sopra il target di 64,4 milioni di euro, superato il sesto giorno di gare.
Quali le gare più seguite dal pubblico? Oro e argento a hockey su ghiaccio e pattinaggio, ma anche le gare decisive di sci, a partire dalla 50 km vinta da Giorgio Di Centa, per la quale sono stati venduti 14 mila tagliandi (anche perché costavano 10 euro l’uno). Gli eventi sportivi in città sono andati meglio di quelli in montagna: 529.611 biglietti sono stati assegnati a Torino, contro i 328.220 tagliandi nelle sedi olimpiche in quota.
Le finali per il primo e secondo posto nel torneo di hockey hanno totalizzato il maggiore incasso, pari a 1,737 milioni di euro. Segue il gran galà di pattinaggio di figura con 1,485 milioni di euro e chiude la semifinale di hockey Finlandia-Russia per 1,296 milioni di euro. Boom del curling, sport rivelazione dei Giochi: per i match di Pinerolo sono stati staccati ben 42.267 biglietti. E pensare che fino a un mese fa lo conoscevano in quattro Comuni del Bellunese…
foto da www.torino2006.org