05/09/2008
La cerimonia di chiusura dell’Olimpiade di Pechino ha lasciato il testimone ideale alle gare delle Paralimpiadi che, dal 6 al 17 settembre, vedranno sfidarsi presso gli impianti della capitale cinese 4000 atleti in rappresentanza di 150 nazioni. Gli azzurri saranno 90; dodici le discipline in cui gareggeranno: atletica leggera, canottaggio, ciclismo, equitazione, judo, nuoto, scherma, tennis, tennistavolo, tiro a segno, tiro con l’arco e vela. In questo periodo tutti i team delle diverse discipline sono stati impegnati in raduni tecnici in vista del grande evento.
«Spero che il lavoro svolto in questi ultimi anni sia premiato», dice il responsabile tecnico del tennistavolo Alessandro Arcigli, che non nasconde che ci sono buone possibilità di conquistare medaglie per i 13 atleti del team, soprattutto per le donne, molto competitive.
Godono di buona salute anche il nuoto, la scherma in carrozzina (che porta 7 atleti in pedana, con aspettative in particolare su Alessio Sarri) e il ciclismo, che cercherà di portare a casa medaglie importanti (quattro anni fa ad Atene ci furono un argento e due bronzi).
Intanto il Comitato paralimpico della Lombardia ha concluso un accordo con il network d’informazione Blogosfere, in base al quale due blog – pechino2008.blogosfere.it e arteesalute.blogosfere.it – permetteranno di seguire le Paralimpiadi anche dall’Italia. Dice Francesco Mondini, presidente del Cip Lombardia: «Per noi è di fondamentale importanza fare conoscere il nostro mondo, e non solo a chi potrebbe essere invogliato a praticarne le discipline. Agli italiani che si appassionano spesso agli atleti stranieri vorrei ricordare che anche da noi esistono tanti Pistorius».
La redazione del blog sarà composta da due giornalisti professionisti inviati a Pechino, aiutati dall’ufficio stampa del Cip, mentre in Italia due esperti di Blogosfere caricheranno sul sito i contenuti: articoli, fotografie, tabelle e forse anche qualche video. Attraverso i due blog sarà possibile seguire una manifestazione alla quale altri media non danno la stessa visibilità delle Olimpiadi.