Milano, naturalmente, ma poi Castello Brianza, Cassina de’ Pecchi, Meda, Bovisio Masciago, Casoretto, Binzago, Renate, Paina, Montesolaro. E Giussano, Palazzolo, Boffalora, Pinzano, Merate, Cassano Magnago, Desio, Gessate, Novate. E ancora Lentate, Figino Serenza, Lomagna, Bernate, Bresso, Seveso, Airuno, Verano, Imberido, Veduggio, Rovello Porro, Abbiategrasso… Al Natale degli Sportivi striscioni, cartelli, sciarpe e tute disegnano una “mappa” che testimonia come davvero tutto lo sport diocesano partecipi all’incontro natalizio con l’Arcivescovo: oratori, associazioni e società sportive di base mischiate tra loro e, per una sera, a stretto contatto con i massimi interpreti dello sport di vertice.
Anche per questo il Natale degli Sportivi regala ai ragazzi degli oratori un susseguirsi di sensazioni diverse, ma tutte coinvolgenti. Basti pensare all’emozione dei giovanissimi premiati con palloni autografati da un simbolo dello sport italiano come Dino Meneghin (miglior cestista europeo di tutti i tempi) e da un fuoriclasse appena sbocciato come l’attaccante del Milan Pato. Il giovane brasiliano ha ammesso che la sua ascesa «non è stata sempre facile», ricordando il problema fisico sofferto da ragazzo al braccio sinistro; poi ha conquistato la platea confessando che «stasera sono qui per voi» e che il gesto del cuore mimato a ogni gol «non è solo per mia moglie, ma anche per i tifosi». Del tutto a suo agio, dunque, Pato, anche se si era detto «molto emozionato»: e pensare che ha solo vent’anni, cioè qualche mese in più dei tre giocatori della Primavera che l’Inter ha inviato in rappresentanza (la prima squadra era impegnata nella cena natalizia e ha mandato un videomessaggio con gli auguri di Toldo, Santon e Balotelli).
I veri protagonisti I veri protagonisti del Natale degli Sportivi, in ogni caso, sono stati i ragazzi delle curve. Pronti ad applaudire le spettacolari evoluzioni della Nazionale italiana di ginnastica ritmica (campione del mondo in carica), a farsi stimolare dal presentatore Gigi Cotichella per scatenarsi nella ola, oppure ad accompagnare ritmicamente i pezzi musicali della band comasca “Carisma”. Ma anche solleciti ad ascoltare le parole dell’Arcivescovo e degli esponenti istituzionali intervenuti: dal presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni («grazie a tutti: realizzate un’opera educativa straordinaria, trasmettendo valori fondamentali») all’assessore allo Sport della Provincia di Milano Cristina Stancari («una festa bellissima, che ci avvicina tutti»), dall’assessore allo Sport del Comune di Milano Alan Rizzi («grazie all’Arcivescovo per il Fondo Famiglia-Lavoro, io mi impegno a mettere a disposizione impianti sportivi sicuri») al presidente di Milano Sport Mirko Paletti («è un piacere vedere tanti giovani accomunati dalla passione per lo sport»).Ma il silenzio più partecipe ha accompagnato la testimonianza di Tai Aguero, la campionessa cubana di pallavolo naturalizzata italiana, che attraverso una dolorosa vicenda personale ha esemplificato nel migliore dei modi come la vittoria non sia un idolo da inseguire a ogni costo. Durante le Olimpiadi di Pechino 2008, giocate con l’Italia, Tai lasciò il ritiro azzurro per tornare a L’Avana, al capezzale della mamma morente. Purtroppo le autorità cubane le rifiutarono il visto d’ingresso e Tai non fece in tempo a rivolgere un estremo saluto alla madre. Ma oggi dice: «Ho messo da parte lo sport per raggiungere una persona cara, perché c’è qualcosa di più importante della vittoria. E per questo dico ai bambini: state il più possibile vicini alle vostre mamme». Parole che hanno commosso l’Arcivescovo: «L’affetto per la mamma per lei contava più della medaglia più luccicante».La presenza di altri pallavolisti – gli azzurri Dragan Travica e Simone Buti – è valsa a ricordare il prossimo appuntamento mondiale del volley, nel 2010, proprio a Milano. Infine – a simboleggiare l’importanza dei “secondi” – sono stati premiati alcuni dirigenti di federazioni ed enti di promozione sportiva. Un riconoscimento particolare è andato alla Italgest Athletic Club, che ha devoluto l’intero ricavato di una propria manifestazione a favore delle popolazioni abruzzesi colpite dal terremoto.