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Monza

Quando la disabilità mette il turbo

La manifestazione “6 Ruote di Speranza” organizzata all’autodromo dalla locale sezione dell’Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare

di Luigi MEANI

4 Novembre 2013

Nel giorno di Ognissanti, presso l’Autodromo di Monza, da 27 anni la sezione “Giovanni Bergna” della Uildm di Monza – Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare – organizza la manifestazione “6 ruote di Speranza”. Era il 1986 quando Leonardo Baldinu chiese al Ferrari Club di Varedo di trovare la possibilità di vivere da vicino le emozioni del mitico circuito. Sotto la regia dell’allora presidente Bergna, si inventò una giornata in pista con circa cinquanta vetture e cento ragazzi con disabilità. Grazie all’impegno del Ferrari Club e dei suoi circa 1200 soci prodigatisi nel tempo, si è giunti fino a oggi.

Il nome “Sei Ruote di Speranza” è nato davanti a un piatto di lasagne nell’elegante ristorante Krember di Varedo: sei ruote, perché quattro sono quelle della Ferrari e due quelle delle carrozzine per disabili. Il compianto professor Bergna ebbe l’idea di sintetizzare il tutto nella sigla 6RDS. Un felice e ingenuo errore di somma che nessuno si sarebbe mai aspettato da un prof di matematica! Nasce il dubbio che l’errore sia stato voluto… Comunque, prese forma una preziosa e stupenda occasione per quanti volevano fare felici dei ragazzi speciali.

Di anno in anno la manifestazione si è fatta più ricca di eventi, di adesioni e di partecipazione: Supercar, aerei, elicotteri, auto storiche, sidecar giunti un po’ da tutta Italia, oltre 1.200 persone con disabilità accompagnate da 70 associazioni di volontariato e da circa 3.500 familiari e amici. A bordo pista Guido Serenthà, con un grande sorriso, mi racconta: «Nominare e ringraziare tutte le persone che hanno contribuito con generosità e impegno a fare bella la nostra 6RDS è un compito estremamente difficile. Ci perderemmo in un meandro di nomi e di sigle… Nessuno ce ne vorrà se accumuniamo tutti gli amici, le associazioni, le istituzioni, i volontari, i piloti, gli operatori, i tecnici, i commercianti, le aziende in un grande e caloroso grazie, ancora insufficiente per esprimere pienamente i nostri sentimenti e la nostra grandissima simpatia».

Si avvicina Gabriele, tredicenne, che dopo quattro giri di pista a 269 km all’ora, dice: «Il Paradiso deve essere come la Sei ruote di Speranza».  Tanti i colori, i profumi, le emozioni di una giornata come questa. Indelebili rimangono i volti felici, spensierati dei ragazzi, dei proprietari dei mezzi che girano in pista, delle famiglie. Una esperienza unica da vivere e da non perdere, dato che si parla già delle 28a edizione. Il proprietario di una macchina mi chiede: «Lei, un giro non lo vuole fare?». Con grande fiducia mi passa le chiavi di una bellissima Porsche Panamera. Accetto l’invito, ma chiedo che a guidare sia lui. In meno di quattro secondi, sul rettilineo dell’Autodromo, sono a oltre 100 km/h. Forse, come dice Gabriele, già in Paradiso…