Il fascino senza tempo delle partite alla radio rivive in un libro di Giovanni Scaramuzzino, una delle voci attuali della storica trasmissione di Radio Rai Tutto il calcio minuto per minuto, inviato sulle strade del ciclismo e ai recenti Giochi Olimpici di Londra per l’atletica. In un’azzeccata alternanza tra storia, sentimento e ricordi, Scaramuzzino traccia un suggestivo percorso attraverso una serie di racconti dall’intensa umanità. Nell’epoca in cui a dominare sono i diritti, a cominciare dalla sfrenata corsa per acquisire quelli televisivi, non è male che qualcuno si ricordi anche dei doveri. Quando le parole sciopero e quant’altro associate al calcio parevano utopia, quando lo sport in genere era un piccolo mondo a portata di mano e non un universo caotico… le partite si ascoltavano sempre alla radio.
La narrazione prende vita nel teatro di una città di provincia, in una serata dedicata alla premiazione di campioni e personaggi del mondo dello sport. È da qui che partono le coinvolgenti storie dei vari protagonisti, capaci di intrecciarsi e interagire una insieme all’altra proprio come una serie contemporanea di partite ascoltate alla radio.
Come quando ascoltiamo le partite alla radio. Storie di sport minuto per minuto (Società Editrice Internazionale, 12 euro in libreria, scontato via Internet) non è solo un’opera che permette di esplorare al suo interno la radiocronaca sportiva in Italia, dalla nascita alla sua affermazione e poi al suo consolidamento. Ma c’è dell’altro, c’è di più: l’esaltazione del suo effetto primario, l’emozione. E poi due aspetti spesso trascurati: anzitutto la “paura di vincere” durante la carriera agonistica, quell’ansia inconsapevole che prende al momento di calciare un rigore, lanciare una volata, scoccare un tiro libero o tentare una stoccata decisiva. Quindi “la paura del dopo” per un atleta: quell’aspetto psicologico fondamentale che riguarda, in alcuni casi, la scarsa preparazione mentale di uno sportivo all’abbandono dell’attività, tra interrogativi, timori e apprensioni che sorprendono per la loro carica di umanità.
L’opera viaggia così in parallelo tra la ricostruzione dell’evoluzione della radiocronaca sportiva in Italia dal 1928 (prima partita di calcio trasmessa alla radio) agli avvenimenti odierni, attraverso l’intreccio di fatti e protagonisti di partite ascoltate direttamente alla radio a partire dagli Anni Settanta. Vi trovano perciò spazio i campioni o i comprimari di allora: dal portiere della Juventus e della Nazionale Dino Zoff al suo collega comasco Antonio Rigamonti che tirava i rigori, fino agli attaccanti: da Beppe Savoldi a Giuliano Musiello (reso celebre da una canzone di Rino Gaetano), da Massimo Palanca a Paolo Rossi e tanti altri. E poi da Italia-Francia, amichevole al San Paolo di Napoli del febbraio 1978 (in cui si manifestò per la prima volta anche da noi la classe di Michel Platini) fino all’interminabile semifinale di Rotterdam Italia-Olanda agli Europei del 2000, vissuta da una “postazione” tutta particolare, per farci capire come sia unica e indimenticabile l’esperienza di “vedere” una partita alla radio.
Il calcio e lo sport in genere si fondono qui in una dimensione nuova e affascinante che fa a meno di coppe, scudetti e trofei, del culto della vittoria a ogni costo. Nell’albo d’oro di quest’opera c’è anzi posto per le “medaglie invisibili”, c’è finalmente spazio per le vicende, davvero toccanti, di chi ascolta lo sport alla radio, di chi lo pratica da protagonista, di chi lo descrive, di chi lo vede, di chi lo vive, di chi lo soffre. Una scrittura coinvolgente sempre capace di condurre il lettore sulle ali della fantasia: come il racconto di una partita alla radio ovvero come un raro balocco con cui non si smetterebbe mai di giocare.