È stata presentata presso la sede della Gazzetta dello Sport la quarta edizione di Gazzetta Cup, il torneo di calcio giovanile dedicato ai ragazzi tra i 9 ed i 13 anni, organizzato dal quotidiano sportivo più letto in Italia in collaborazione con il Centro Sportivo Italiano. All’incontro con la stampa hanno partecipato Andrea Monti, direttore della Gazzetta, Massimo Achini, presidente Nazionale del Csi, Stephan El Shaarawy, giocatore del Milan, e Davide Faraoni, giocatore dell’Inter.
È stato Monti a fare gli onori di casa ed ad annunciare un’importante novità dell’edizione di quest’anno: «Sono felice di dare il via alla quarta edizione di Gazzetta Cup. È un orgoglio per noi constatare che questo torneo, di anno in anno, sta diventando sempre più un punto di riferimento per migliaia di ragazzi che amano giocare a calcio divertendosi e sognando. A proposito di sogno, con molto piacere anticipo che quest’anno le squadre che conquisteranno la finale nazionale avranno la possibilità di giocare allo stadio “Giuseppe Meazza”».
Achini ha descritto lo spirito che caratterizza il torneo: «Gazzetta Cup nasce dall’idea di far vivere ai ragazzi il calcio puro, quello dei campetti e degli oratori che ti faceva tornare a casa con i vestiti sporchi di terra e le ginocchia sbucciate. È davvero bello che due delle più grandi realtà sportive italiane, Csi e Gazzetta dello Sport, da quattro anni stiano collaborando per educare i ragazzi alla vita attraverso lo sport».
El Shaarawy e Faraoni si sono lasciati intervistare con molto entusiasmo dai calciatori in erba della Polisportiva Orpas e del Gruppo Sportivo San Carlo Milano presenti in platea che, indossati i panni di esperti giornalisti, hanno posto ai loro beniamini interessanti domande sulla loro carriera e sulla vita privata.
Tante le curiosità emerse. Faraoni, per esempio, ha ammesso di essere un ragazzo di poche parole, ma allo stesso tempo una persona che “ruba” molto con gli occhi, osservando costantemente i suoi compagni di squadra più esperti per imparare il più possibile da loro. Invece, alla domanda sul ruolo della famiglia nel suo percorso di crescita sportiva e umana, El Shaarawy ha risposto: «La mia famiglia mi è sempre stata vicina, ho avuto bisogno del loro supporto soprattutto a giugno dello scorso anno, quando ho affrontato l’esame di maturità, ho ricevuto la chiamata in Nazionale e poi sono passato al Milan… Per fortuna i miei due fantastici genitori erano al mio fianco».
A moderare l’incontro il vicedirettore della Gazzetta Umberto Zapelloni, che ha concluso con una domanda provocatoria: «Quando avete capito di essere diventati dei campioni?». Risposta sincera di entrambi: “Mah, veramente non l’abbiamo ancora capito!».