Primo allenamento ufficiale l’8 dicembre, ad Assisi, per la Nazionale amputati calcio, convocata dal Centro Sportivo Italiano, che è impegnato nella città francescana nel week-end per un meeting sul tema del rapporto tra educazione, fede e sport.
Dopo la presentazione ufficiale al mattino sul palco della Domus Pacis di Santa Maria degli Angeli, e la consegna delle maglie azzurre dalle mani del numero uno ciessino, Massimo Achini, questa specialissima e coraggiosa formazione azzurra si esibirà alle 14.30 presso il Palasport di Santa Maria degli Angeli (PG). In panchina il reggiano Renzo Vergnani e il modenese Paolo Zarzana. In campo 11 “ragazzi” di ogni età: dai 14 anni di Francesco Messori, capitano e ideatore del team, ai 44 anni di Luca Zavatti, di Latina. Con loro, in rosa, un ischitano, tre pontini, un varesotto, due romani, un netino, un milanese e un pesarese.
Sarà allenamento vero e non pura esibizione, poiché all’orizzonte della neonata formazione azzurra si profilano sfide prestigiose con analoghe rappresentative di Francia, Germania, Inghilterra, Giappone. Traguardi impensabili appena qualche mese fa, quando tutto si limitava al sogno di un ragazzo – Francesco Messori, tredicenne di Correggio (Reggio Emilia), nato senza una gamba, ma cresciuto con una grande passione per il calcio – di poter giocare davvero a pallone nonostante il regolamento federale non lo prevedesse. Un sogno che ha viaggiato sul web per qualche giorno, finché il Csi si è fatto avanti per trasformarlo in realtà, al punto di cambiare le proprie regole per permettere a Francesco di iscriversi ai propri tornei ufficiali e di realizzare il suo primo gol, in campo sulle stampelle a Cremona in un quadrangolare Under 14 arancioblu.
«Il Csi crede che siano le regole a dover essere cambiate a favore della vita e non il contrario» dichiarò allora il presidente Achini. E aggiunse «Il regolamento di gioco del Csi è stato modificato in tempo di record per permettere Messori e ad altri ragazzi come lui di inseguire i propri sogni. Vederlo giocare e segnare è meraviglioso. Sono queste le cose importanti della vita e il nostro lavoro di educatori deve concentrarsi per il raggiungimento di simili traguardi».
L’esordio di Francesco nei tornei del Centro Sportivo Italiano, avvenuto nel febbraio scorso, è stato l’inizio di una lunga avventura tutta all’insegna del Csi, con due “perle”: dapprima, con la Virtus Mandrio, il torneo a Correggio “Un calcio a modo mio”, progetto di aggregazione tra calciatori normodotati e diversamente abili; poi, a giugno, l’assegnazione del premio “Pallone d’Oro” associativo.
E ora la Nazionale Amputati, anch’essa scaturita dall’entusiasmo contagioso del ragazzo di Correggio, che ha avuto un ulteriore passo in avanti nel torneo di Lenola (Lt). Il team, che vanta anche un gruppo su Facebook, guarda adesso a impegni internazionali. Anche questo sogno è accompagnato dal Csi, che punta ad entrare nella Waf (World Amputee Football), sotto la supervisione di Anna Maria Manara, referente nazionale del settore disabili dell’associazione: «Grande soddisfazione per questa giornata che suggella un percorso iniziato, sempre ad Assisi, giusto un anno fa. Ha vinto la vita, ha vinto la voglia di “normalità”, ha vinto la passione per il gioco del calcio. Quando lo sport mette al centro l’uomo il risultato è regalare gioia e voglia di vivere. È un forte e concreto messaggio quello di Assisi: “Uno sport per la vita”, che ci auguriamo sia di speranza per tutti coloro che pensano di non farcela a ricominciare ».