Da campioni a campioni. La consegna del Premio Gemelli 2013 quest’anno sarà fatta idealmente dalle mani di tutta l’Olimpia-EA7 Emporio Armani Milano, la squadra che ha vinto lo scorso anno lo scudetto di basket. Alla cerimonia di conferimento ai 12 migliori laureati delle facoltà dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, in programma lunedì 1° dicembre nell’aula Pio XI dell’ateneo di largo Gemelli a Milano, interverrà il presidente del team meneghino, Flavio Portaluppi, insieme allo staff tecnico e a una rappresentanza dei giocatori.
Giocatore negli anni Novanta, poi dirigente e oggi al vertice della società, Portaluppi ha sperimentato il gusto della vittoria sia sul parquet, sia alla guida di un’organizzazione particolare come un team sportivo. E sa bene quanto bisogna guadagnarsi gli obiettivi che ci si prefigge. «Il bello dello sport è che è esatto – afferma – . A parte quelli in cui il verdetto è determinato da una giuria, nello sport devi vincere, segnare un canestro in più e dimostrare quanto vali. Nella vita non è sempre così, ci sono sempre molte sfumature di grigio. Ma mi piace pensare che, alla fine, senza merito non arrivi oltre un certo livello. I meriti vengono ricompensati».
Con Olimpia avete creato un team affiatato e vincente. Come riuscite ad amalgamare tanti talenti?
Fin dal primo giorno cerchiamo di far capire che ognuno deve essere consapevole del proprio ruolo e accettarlo. Per vincere servono le stelle che accumulano statistiche e notorietà ma anche i gregari che giocano due minuti o aiutano in allenamento. Non vinci senza i primi ma neanche senza questi ultimi.
Il sacrificio è ancora una virtù?
In una squadra ambiziosa come la nostra il problema è che tutti alla fine devono sacrificare qualcosa per il bene comune. Lo scorso anno il concetto è stato assorbito subito e abbiamo vinto.
Può essere una lezione utile anche per gli studenti che dopo la laurea si trovano alle prese con il mondo del lavoro?
Come in un team, farsi accettare è il primo obiettivo e lo si raggiunge con entusiasmo, passione ed umiltà, ovviamente se ci sono delle qualità. La valorizzazione arriverà di conseguenza. È giusto essere ambiziosi e aver voglia di emergere ma bisogna avere la freddezza e la pazienza di attendere il proprio turno e di non credere che la strada sia sgombra. Tutto va conquistato.
Che consigli darà a questi “fantastici” dodici premiati, immaginando che siano la sua squadra?
Affrontare il lavoro con entusiasmo e disponibilità e non mettere mai l’interesse personale al di sopra del bene comune: all’inizio potrebbero trovarlo difficile da accettare o penalizzante ma alla lunga è un atteggiamento che paga.