Ieri è morto don Vincenzo Gatti.
Nato a Cassano d’Adda (Mi) il 20/7/1935.
Ordinato sacerdote a Cremona il 16/6/1962.
Incardinato nella Diocesi di Milano l’1/1/1986.
– Dal 1956 membro della Famiglia Beato Angelico, di cui è stato direttore dal 2000 al 2005.
– Insegnante e direttore della Fondazione Scuola Beato Angelico di Milano.
– Dal 1986 al 2013 residente a Milano – Parrocchia Ss. Patroni d’Italia Francesco e Caterina.
– Dal 2013 residente a Civate presso la Casa del Cieco “Mons. E. Gilardi”.
Lettera dell’Arcivescovo ai Fratelli e alle Sorelle
della Famiglia Beato Angelico di Milano e al parroco di Civate
Carissimi, partecipo con viva commozione al vostro cordoglio per la morte di don Vincenzo Gatti e mi unisco a tutti voi nell’elevare la preghiera cristiana di suffragio. Ordinato nel 1962 a Cremona, don Vincenzo fu incardinato nella nostra Diocesi all’inizio del 1986. Tuttavia già dal 1952, con la professione dei voti religiosi, era entrato a far parte della Famiglia Beato Angelico, dove il suo sincero amore per il Signore seppe coniugarsi con un’appassionata formazione nell’ambito dell’arte e della liturgia. Fedele agli insegnamenti del Fondatore, don Vincenzo dedicò tutto il suo lungo ministero sacerdotale ad annunciare la salvezza con il linguaggio della bellezza: per questo si mise a servizio delle giovani generazioni come insegnante e direttore della Fondazione Scuola Beato Angelico, senza inoltre risparmiarsi nella produzione di contributi scritti e nell’intervenire di persona laddove le sue competenze e i suoi consigli venivano richiesti. Da Monsignor Giuseppe Polvara acquisì pure un profondo interesse per i lavori di recupero e di restauro della preziosa basilica benedettina di S. Pietro al Monte sopra Civate. Grazie alla sua instancabile dedizione – cui seppe associare la collaborazione degli “Amici di S. Pietro al Monte” e della comunità di Civate – questo antico gioiello è tornato oggi a risplendere come luogo di arte e di fede. Proprio lì don Vincenzo ha voluto che – dopo gli anni dell’apostolato e quelli altrettanto fecondi, agli occhi di Dio, trascorsi nella prova della malattia – le sue spoglie mortali possano riposare, in attesa della risurrezione futura. Nella speranza certa che egli vede la luce di quel Volto dalla cui bellezza la sua vita è stata conquistata, noi tutti, facendo tesoro dei tanti doni ricevuti attraverso la sua testimonianza, affidiamolo insieme all’abbraccio misericordioso del Padre. Con affetto, vi benedico.