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Don Antonio Cogliati

26 Luglio 2017

Martedì 25 luglio 2017 è deceduto don Antonio Cogliati.

Nato a Barzanò (Lc) il 16/09/1940

Ordinato sacerdote nel Duomo di Milano il 28/06/1966

– Dal 1966 al 1980 Vicario parrocchiale a Milanino

– Dal 1980 al 1988 Vicario parrocchiale a Bresso – S. Nazaro

– Dal 1988 al 2006 Parroco a Seregno – B. V. Addolorata al Lazzaretto

– Dal 2006 al 2015 Parroco ad Airuno – Santi Cosma e Damiano

– Dal 2015 Residente ad Albavilla – Ospedale Casa di Riposo Roscio

Lettera del cardinale Angelo Scola ai fedeli della parrocchia S. Vincenzo di Viganò (Lc)

Carissimi,

partecipo con commozione al vostro cordoglio per la morte di don Antonio Cogliati, che dopo più di cinquant’anni di ministero sacerdotale ha concluso il suo fecondo cammino terreno. Accompagniamolo ora insieme all’incontro con il Padre, mediante la nostra preghiera di suffragio.

Ordinato presbitero nel 1966, don Antonio svolse i suoi primi incarichi come vicario a Milanino e a Bresso. Nel 1988 assunse la responsabilità della parrocchia della Beata Vergine Addolorata al Lazzaretto in Seregno, prodigandosi per quasi un ventennio nella cura attenta e partecipe delle persone che gli erano affidate. La sua umana affabilità, l’atteggiamento semplice e sereno – e tuttavia sempre appassionato del bene – con cui sapeva quotidianamente porsi, erano luminosa testimonianza del Vangelo che annunciava e celebrava nel suo servizio pastorale. Con lo stesso desiderio di creare rapporti sinceri e fraterni, nel 2006 accolse la nomina a parroco della comunità di Airuno, dove rimase fino al 2015. Sopraggiunto il tempo della prova della malattia, non si perse d’animo: ritiratosi presso una casa di riposo in Albavilla, continuò a mettersi a disposizione come cappellano, condividendo fino in fondo la vita e le sofferenze degli ospiti, ascoltando tutti con lieta e incoraggiante accoglienza, infondendo speranza mediante il suo limpido spirito di fede. Contento di essere prete, e prete ambrosiano, partecipò sempre, con tenace fedeltà, agli incontri con i suoi compagni di ordinazione e anche agli appuntamenti proposti dalla nostra Diocesi per la formazione dei sacerdoti anziani. Io stesso ho potuto personalmente conoscerlo – già in carrozzina, ma assolutamente lontano da ogni atteggiamento di rimpianto o lamentela – durante alcune di queste occasioni.

Grande è dunque l’eredità umana e spirituale che don Antonio ci lascia: facciamone tesoro e domandiamogli di continuare ad assisterci dal Paradiso.

Con voi affido questo nostro fratello all’abbraccio del Signore e di cuore vi benedico.