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Europa

Il D-Day Brexit

Consiglio europeo straordinario convocato per il prossimo 29 aprile

di Maria Luisa MENOZZI CANTELE

10 Aprile 2017

Puntualmente il 29 marzo scorso, il Primo ministro del Regno unito (Uk), Theresa May, ha comunicato al Presidente del Consiglio dell’Unione europea (Ue), Donald Tusk, l’attivazione dell’articolo 50 del Trattato di Lisbona che avvia e regola il meccanismo formale di uscita di uno Stato membro dall’Ue.

Donald Tusk ha emanato le linee guida per le trattative, che dovranno tuttavia essere avallate da un Consiglio europeo straordinario convocato per il prossimo 29 aprile. Si attende un faccia a faccia tra le due parti per la fine di giugno.

L’articolo 50 del Trattato concede due anni dall’attivazione della procedura, con possibilità di proroga se le parti sono d’accordo. Londra e Bruxelles potrebbero accordarsi per un periodo di transizione e quindi di prolungata validità delle regole attuali.

I nodi principali in questione sono il “conto” che Londra deve pagare per il “divorzio”, secondo il Capo negoziatore della Commissione Ue, Michel Barnier, intorno ai sessanta miliardi di euro per impegni di budget già presi dalla Gran Bretagna e per altre pendenze. Inoltre devono essere precisate le questioni inerenti i diritti dei cittadini, le relazioni commerciali, la competenza della Corte europea di giustizia.

L’articolo 50 del Trattato dispone che il negoziato deve stabilire le modalità per l’uscita tenendo conto del quadro delle future relazioni dell’Uk con l’Ue.

Londra, in realtà, spererebbe di negoziare accordi privilegiati settore per settore, ad esempio per il comparto automobilistico e per quello finanziario, senza considerare che, uscendo dall’Ue non può mantenere i vantaggi attuali.

Al quadro si aggiunge la possibilità che la Scozia decida di staccarsi dall’Uk, non intendendo seguirla nel divorzio dall’Ue, con un referendum che l’Uk respinge motivando che non sono ancora definiti i rapporti futuri con l’Ue.