Numeri che restituiscono il “peso” di un fenomeno che non accenna a diminuire: quello della violenza sulle donne. Sono stati presentati oggi in Senato, durante l’evento istituzionale «Tutti i volti della violenza», promosso da Rete Antiviolenza del Comune di Milano e Gilead Sciences Italia.
Sono circa 2200 le richieste pervenute ai Centri Antiviolenza da circa 980 donne che nei primi sei mesi del 2021 hanno beneficiato dei diversi interventi offerti dalla Rete comunale (dall’ascolto telefonico all’accoglienza, dal sostegno psicologico all’accompagnamento al lavoro, dalla consulenza legale all’autonomia abitativa). In circa un quarto dei casi si tratta di donne che hanno chiesto aiuto per la prima volta, mentre ci sono oltre 400 donne che sono state accolte in percorsi ancora in essere di fuoriuscita dalle situazioni di violenza. Inoltre 50 donne e 27 bambini sono stati ospitati in Case Rifugio.
«Non lasciamole sole»
«È necessario un cambiamento culturale che ci faccia sentire tutti e tutte parte del problema, perché le donne non possono – e non devono – essere lasciate sole ad affrontare la violenza e i maltrattamenti – commenta Diana De Marchi, presidente della Commissione Pari opportunità e Diritti civili e Rete Antiviolenza del Comune di Milano -. Per questo in Lombardia abbiamo costituito la Rete Antiviolenza coordinata dal Comune di Milano, attiva da molti anni nel sostenere le donne che decidono di sottrarsi a situazioni di maltrattamento domestico e violenza di genere lungo tutto il percorso, offrendo: accoglienza e ascolto basati sulla relazione di genere, supporti psicologici, giuridici (civili e penali), professionali/lavorativi, abitativi ed economici. Nonostante la scarsità delle risorse messe a disposizione degli enti locali, abbiamo continuato ad aumentare le risorse economiche e umane per la rete antiviolenza della nostra città».
Violenza psicologica
Il 59% delle donne aiutate dalla Rete ha figli e il 64% è di nazionalità italiana. Il 68% delle violenze rilevate è di tipo fisico, il 24% sessuale e il 22% assume le forme di violenza “economica”. Triste primato per la violenza psicologica (84%). A maltrattare in oltre l’89% dei casi è un familiare: il 74 % sono mariti, conviventi, fidanzati o ex e il 68% di questi ultimi è di nazionalità italiana.
Il lavoro di assistenza e supporto alle donne della Rete Antiviolenza di Milano può ora contare su una collaborazione in più, quella con Gilead Sciences. L’azienda si è impegnata con l’erogazione di 20 mila euro per la realizzazione di tirocini e borse di lavoro per percorsi e progetti di reinserimento lavorativo e riqualificazione professionale per donne vittime di violenza di genere; servizi per la conciliazione famiglia-lavoro; progetti di autonomia abitativa; spese per la promozione della salute per donne vittime e figli minori coinvolti; spese legali per iter giuridici civili.
«La collaborazione con la Rete antiviolenza del Comune di Milano fa parte dell’impegno per la tutela e la promozione dei valori della diversità e dell’inclusione che come azienda globale sosteniamo in tutte le comunità in cui operiamo – spiega Gemma Saccomanni, direttore Public Affairs di Gilead Sciences Italia – Non ci fermiamo alla ricerca e allo sviluppo di farmaci innovativi, ma sosteniamo attivamente chi opera in favore di coloro che vivono condizioni di discriminazione, emarginazione o violenza. Tra le fasce di popolazione più disagiate vi sono le donne, a cui fenomeni come la violenza e la disparità di genere nei suoi vari aspetti impediscono una piena e legittima partecipazione alla vita sociale ed economica del Paese».