Anche per il 2024 e il 2025, Vesti Solidale Onlus – cooperativa del Consorzio Farsi Prossimo – continuerà a svolgere il servizio di raccolta differenziata degli indumenti usati e di gestire i contenitori gialli contrassegnati con i marchi di Caritas Ambrosiana e della Rete Riuse dislocati nella provincia di Monza e Brianza.
Vesti Solidale si impegna a ridurre la produzione di rifiuti dando nuova vita agli indumenti usati e al tempo stesso a creare opportunità economiche e sociali mediante il supporto di progetti solidali e la creazione di occasioni di lavoro per le fasce più vulnerabili della popolazione.
Attualmente, nei 22 Comuni serviti (Albiate, Barlassina, Besana Brianza, Briosco, Cabiate, Carate Brianza, Cesano Maderno, Cogliate, Cusano Milanino, Desio, Giussano, Lissone, Nova Milanese, Renate, Rovello Porro, Seregno, Seveso, Sovico, Triuggio, Varedo, Veduggio con Colzano, Verano Brianza), sono presenti quasi 200 cassonetti che, oltre a possedere un meccanismo antintrusione, sono dotati di sensori di riempimento grazie ai quali è possibile pianificare gli interventi di svuotamento e intervenire tempestivamente laddove il contenitore risultasse pieno, ottimizzando le risorse disponibili.
I dati del 2023
Dai dati rilevati, nel 2023 sono state raccolte circa 1160 tonnellate di abiti e indumenti. Il 70% in più dei rifiuti tessili avviati a recupero rispetto al 2021. Se queste quantità fossero state smaltite nella frazione indifferenziata avrebbero avuto un costo per i cittadini di quasi 300 mila euro.
Negli ultimi due anni Vesti Solidale ha incrementato di circa il 40% il personale dedicato al servizio di raccolta sul territorio brianzolo, dando opportunità lavorative a persone che faticano a trovare un’occasione nel mercato del lavoro tradizionale.
L’odissea di Moussa
Tra i nuovi arrivati c’è anche Moussa (il nome è di fantasia), un uomo di 34 anni, padre di due figli di 6 e 4 anni. È in Italia da circa un anno e mezzo, ed è uno dei tanti che sono giunti attraverso il pericoloso viaggio sui “barconi”, fuggendo da una guerra interminabile che affligge il suo Paese, il Mali. Una fuga verso l’Europa di quasi 3000 km fino a Lampedusa, passando per l’Algeria e la Tunisia. Terrore e disperazione lo hanno portato a fidarsi di coloro che organizzano viaggi clandestini, convinto che l’unica speranza fosse il percorso via mare.
Nonostante il tempo trascorso, quando Moussa pensa al suo lungo viaggio, i suoi occhi si velano di tristezza. Il ricordo è distante, ma ancora doloroso. «Pensavo di morire»: queste le uniche parole che riesce a condividere di quell’esperienza traumatica. Quegli stessi occhi si riempiono di gioia e speranza quando pensa però ai suoi figli. Il suo sogno è riuscire un giorno a farli arrivare qui in Italia.
«Il senso di quello che facciamo è riflesso negli occhi pieni di speranza di Moussa – afferma Matteo Lovatti, presidente della cooperativa Vesti Solidale –, nella sua voglia di lavorare sodo, nella sua determinazione e nella sua costante voglia di apprendere e di studiare. Moussa ha iniziato il suo percorso con Vesti Solidale attraverso un tirocinio lavorativo e ora ha un contratto di lavoro. La sua esperienza dimostra che dietro ogni indumento inserito nei nostri cassonetti c’è una storia, ogni singolo capo contribuisce a scriverne dei nuovi capitoli. Il riutilizzo di abiti usati, non solo ci permette di preservare l’ambiente, ma anche di dare opportunità lavorative a persone in situazioni di svantaggio sociale».