Con l’imminente accensione degli impianti di riscaldamento per Milano si prospetta la solita stagione invernale di superamenti dei limiti di legge al contenuto massimo di sostanze inquinanti nell’aria che si è convenuto accettabile. Sull’argomento la Camera di Commercio di Milano ha invitato, lunedì 8 a palazzo Turati, il ministro dell’Ambiente Corrado Clini, e le massime autorità locali (Formigoni, Podestà e Pisapia) a confrontarsi con esperti del mondo scientifico per valutare la praticabilità di strategie condivise nella lotta all’inquinamento atmosferico.
Premessa a ogni considerazione è stata che i limiti dettati dall’Unione Europea – secondo alcuni eccessivamente severi – hanno invece una diretta correlazione con la salute dei cittadini. Il professor Pieralberto Bertazzi (Clinica del Lavoro dell’Università degli Studi di Milano), analizzando dati reali disponibili in Regione (anni 2003-2007), ha valutato che a Milano si potrebbero evitare 93 decessi / anno se si riuscisse a mantenere sotto i 40μg/mc prescritti per legge la concentrazione media annua delle polveri sottili (Pm10). Uno sforzo in questo senso per ridurla del 20% salverebbe comunque 86 vite all’anno, anche in caso di mancato rispetto della normativa. Ulteriori benefici si avrebbero contenendo altri inquinanti come gli ossidi d’azoto. Poiché è acclarato che il traffico è il principale responsabile della loro produzione (diretta dai gas di scarico o indiretta per il risollevamento delle polveri prodotte dall’usura di freni e pneumatici), gli interventi in questo ambito sono quelli potenzialmente più efficaci.
Riferendosi alla legislazione il ministro Clini ha confutato il pensiero di chi vede contrapposizione fra politiche ambientali e politiche di sviluppo: al contrario i fatti dimostrano che le norme ambientali, proprio nel settore dell’inquinamento atmosferico, hanno favorito il progresso tecnologico e la competitività delle aziende che hanno accettato questa sfida e oggi, in controtendenza rispetto alla crisi economica, se ne avvantaggiano sul mercato. Per questa ragione il Governo insisterà sull’uso della leva fiscale, spostandone il peso dal lavoro alla tecnologia (premiando quella a minor impatto ambientale), e favorirà l’accesso al credito agevolato per le aziende che investono nell’economia verde e creano occupazione giovanile. Infine Clini ha evidenziato la necessità di politiche gestionali della mobilità condivise a livello sovraregionale, particolarmente in relazione alla necessità inderogabile di spostare il trasporto merci dalla gomma al ferro e al cabotaggio.
Argomentazioni supportate dal professor Michele Giugliano (Politecnico di Milano), che ha evidenziato nella carenza di trasporti collettivi (che da decenni non vedono azioni concrete proporzionali alla necessità che, a parole, tutti attribuiscono loro) e nel sovrabbondante parco auto le ragioni che oggi collocano l’Italia al livello dei paesi dell’Europa dell’Est nella poco invidiabile classifica degli stati con i peggiori livelli di inquinamento atmosferico.