È stato presentato oggi a Milano, nel corso di una conferenza stampa nella sede della Fondazione Luigi Rovati, «Un’agroforesta per Mediglia», progetto che vede la collaborazione di Caritas Ambrosiana e Fondazione Sylva, organizzazione non profit che si occupa di rigenerazione ambientale attraverso la riforestazione.
È un intervento agroforestale che permette di coniugare i benefici sull’ambiente e il clima con le opportunità di sostentamento e apprendimento, secondo i principi dell’ecologia integrale proposti da papa Francesco. Dunque un sistema ambientale ibrido, innovativo, sostenibile, che mette insieme cura dell’ambiente, produzione agricola, formazione professionale e promozione sociale e culturale.
Il progetto
L’Agroforesta verrà realizzata a Mediglia, a sud-est di Milano. Il progetto è stato formulato da Fondazione Sylva su mandato di Caritas Ambrosiana. Da far crescere su un terreno di circa 1,5 ettari, l’Agroforesta ha un duplice scopo: dare vita a un bosco, con alberi e piante concordati con il Parco Sud Milano, e insieme consentire la conduzione di attività agricole. L’intervento prevede anche la creazione di un piccolo vivaio per la propagazione di piante forestali (previste circa 5 mila piante autoctone all’anno). Oltre ad autoprodurre alcune delle piante che integreranno nel tempo il sistema agroforestale, il vivaio intende essere sede di attività formative ed educative per la costruzione di competenze in ambito agricolo e vivaistico.
Il progetto agroforestale completa il più ampio progetto socio-educativo che la Comunità pastorale di Mediglia, insieme a Caritas Ambrosiana, Fom e Csi Milano, grazie a un finanziamento di Fondazione Ico Falck, sta per realizzare nella frazione agricola di San Martino Olearo. Il Polo educativo San Martino (lavori in partenza nelle prossime settimane) sarà costituto da un centro educativo extrascolastico, una comunità residenziale per minori, laboratori e impianti sportivi rinnovati, a cui si aggiungerà appunto l’Agroforesta: un’oasi verde per ragazzi e giovani, fondata su un’originale interazione tra educazione, formazione, aggregazione, sport a ambiente.
Mancuso: «Un mutuo sostegno»
La conferenza stampa di presentazione ha avuto come momento saliente l’intervento del botanico e saggista professor Stefano Mancuso, docente all’Università degli Studi di Firenze, responsabile del Laboratorio internazionale di Neurobiologia vegetale. «Progetti come questo – ha affermato – rispondono a una legge fondamentale del regno naturale e vegetale: il mutuo sostegno. Tra gli alberi prevalgono strategie di cooperazione, che è molto più efficiente della competizione: così deve essere anche nel tessuto della nostra società, dove l’integrazione di saperi, competenze ed esperienze può giovare, con efficienza, al benessere della collettività. Ogni albero che noi piantiamo fissa mille volte più anidride carbonica, quella da cui dipende il riscaldamento globale, rispetto a ogni forma di tecnologia umana per euro impiegato. Insomma, un albero è un sistema molto efficiente per garantire salute e benessere alla società. Senza contare che le professioni legate all’agroforestazione e in generale alla protezione ambientale sempre più rappresenteranno un’opportunità formativa e professionale potente per i giovani in generale, inclusi quelli che provengono da contesti e percorsi difficili. Per questo mi auguro che il progetto Un’agroforesta per Mediglia abbia successo, e divenga anzi un modello replicabile».
I promotori
«L’intervento agroforestale progettato per Mediglia – ha osservato Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana – costituisce un originale quanto essenziale complemento del Polo educativo San Martino, il cui cantiere sta per essere aperto. Caritas ha promosso il Polo, insieme alla Federazione Oratori Milanesi e al Csi Milano, oltre che in accordo con l’Unità pastorale di Mediglia e grazie al finanziamento della Fondazione Ico Falck, puntando a fornire ai giovani di un vasto territorio un ampio ventaglio di opportunità. Avevamo chiaro sin dall’inizio che la funzione sociale e di accoglienza avrebbe dovuto accompagnarsi a proposte di tipo educativo, formativo, aggregativo, sportivo. Ora il progetto ambientale corona e integra le altre attività e funzioni che il Polo intende sviluppare. Nella prospettiva di quella “ecologia integrale” che papa Francesco ci ha insegnato a perseguire nell’enciclica Laudato Si’, e alla quale ci ha ulteriormente richiamati nella recente esortazione apostolica Laudate Deum».
«L’attenzione dedicata al nostro territorio da una pluralità di soggetti ecclesiali e civili – conferma don Davide Verderio, parroco della Comunità pastorale San Rocco di Mediglia – rappresenta un onore, e al tempo stesso un fattore di responsabilità. Di cui ci facciamo carico con convinzione. Investire sui giovani e sulle loro potenzialità è elemento di forte arricchimento per un territorio di cintura come il nostro. Che, tra le altre cose, ha anche profonde tradizioni e radici agricole. Dobbiamo riscoprirle e aggiornarle, puntando a un corretto modello di sviluppo. I giovani sono per loro natura molto sensibili al richiamo del tema ambientale: lavoreremo perché l’intreccio con le opportunità formative e aggregative insite nel Polo San Martino possa riuscire nel modo più armonico e generativo possibile».
«Lavorare in collaborazione con il Terzo Settore ha per noi un valore altissimo – sostiene Novella Pellegrini, direttrice generale di Fondazione Sylva – perché vuol dire creare servizi, favorire lo sviluppo dei luoghi, ma soprattutto abbracciare i bisogni delle comunità. Questo permette ai nostri interventi di riforestazione di andare oltre i benefici sull’ambiente e l’aria che respiriamo, e di costruire relazioni. In una parola sola, permette di fare rete con le realtà operose e in prima linea nei territori, come ad esempio le parrocchie. Lavorare con il volontariato ha una ricaduta anche sulla sostenibilità: piantare alberi nei contesti in cui opera il Terzo Settore significa garantire ai boschi che cresceranno la cura, la tutela e la protezione necessarie. Nel caso specifico dell’agroforesta di Mediglia, abbiamo pensato di creare anche un piccolo vivaio per implementare la produzione di piantine forestali, di cui vi è carenza. Se vogliamo piantare migliaia di alberi per contribuire a mitigare gli effetti del cambiamento climatico, dobbiamo investire sul settore vivaistico, ed è ciò che Fondazione Sylva si sta impegnando a fare».
La realizzazione del progetto è coordinata dalla cooperativa sociale Qualcosa di Diverso con il supporto tecnico dell’associazione Terzo Paesaggio, che si occuperà in particolare di progettare e realizzare il vivaio e gli spazi aperti per la comunità locale.
«Mettere a disposizione le nostre competenze in un territorio diverso dal nostro è per noi una grande opportunità – dice Marco Notarnicola, presidente della cooperativa Qualcosa di Diverso –. Il nostro intervento sarà quindi di ascolto di un territorio e di costruzione assieme ad esso di strumenti utili alla gestione dello stesso nel tempo. Crediamo che l’agroforestazione possa essere un utile strumento nelle mani di chi si occupa di rigenerazione delle aree rurali perché permette di tenere insieme il tema della produzione di cibo nei territori con la produzione di servizi ecosistemici per le stesse comunità che abitano quei territori».