Ci sono tanti sogni che possono indurti a cambiare il tuo orizzonte di vita. Quello di Siyad Ali Hussein era diventare arbitro di calcio. C’era riuscito nel suo Paese, la Somalia, ed era giunto a dirigere partite nella Premiere League somala. Poi, però, la guerriglia che devasta la sua terra lo ha costretto a modificare i suoi piani.
Due anni fa ha lasciato i familiari e le persone a lui care per intraprendere quel «viaggio della speranza» comune a molti migranti. Ha percorso chilometri e chilometri a piedi o con mezzi di fortuna, superando pericoli e incognite, ma sempre con la paura di non farcela. La prima tappa è stata la Turchia, la meta era l’Italia, per cercare di realizzare il suo sogno: continuare ad arbitrare.
Porte riaperte
Siyad è sbarcato a Crotone e da lì ha raggiunto il Centro di accoglienza di Bresso (Milano), gestito dalla Croce Rossa Italiana. Qui ha conosciuto l’A.S.D. Gs Bresso 4 (vedi più sotto un approfondimento), che da sei anni collabora con il centro di accoglienza. È nata così una amicizia che ha portato il giovane somalo a diventare atleta e volontario del gruppo sportivo, impegnandosi con passione e costanza anche con la squadra di calcio integrato, dove giocano insieme atleti con e senza disabilità. Proprio questa attività paralimpica ha permesso il successivo contatto con la Federcalcio (Figc) e l’Associazione Italiana Arbitri (Aia): grazie al supporto di Alberto Zaroli (componente del Comitato nazionale) e di Davide Rosio (presidente della Sezione di Saronno), Aia ha aperto le sue porte permettendo a Siyad di tornare ad arbitrare.
«Per la nostra Associazione l’inclusione è un principio basilare – spiega Alfredo Trentalange, presidente dell’Aia -. Siamo felici di aver spalancato le porte della nostra casa a Siyad Ali Hussein e presto gli daremo la possibilità di tornare in campo a vivere con gioia la sua passione». Durante la conferenza stampa di presentazione dell’Integration League (progetto promosso da Lega Pro, Unhcr e Projet School), il presidente della Figc Gabriele Gravina ha osservato: «Questo è il nostro calcio dei valori. La Figc crede in un calcio sempre più aperto, inclusivo e dove tutti possono essere messi nelle condizioni di giocare, divertirsi e esprimersi al meglio come persone». In un incontro internazionale del progetto Erasmus «Brace», lo stesso Bresso 4 ha parlato di Siyad: una storia che il gruppo sportivo accompagnerà con tanta amicizia.
Siyad ha tutti i documenti in regola e presto completerà le visite mediche necessarie per tornare a dirigere una partita di calcio. La prima designazione è ormai imminente, al massimo questione di settimane.
Il Gruppo sportivo
A.S.D. Gs Bresso 4 è una Polisportiva inclusiva riconosciuta da Coni e Cip, operante a Bresso dal 1977; coinvolge circa 320 persone associate e si basa su più di 50 operatori volontari. Oltre all’attività polisportiva ed educativa ordinaria, maschile e femminile, per piccoli e grandi, il Bresso 4 è anche impegnato da diversi anni in progetti sportivi sul territorio a forte valenza sociale, nei settori dello sport inclusivo e integrato e della corretta cultura sportiva (Community Io Tifo Positivo). Svolge attività paralimpiche e inclusive di calcio (a7 e a 5), calcio integrato, running & walking, bocce amatoriali, calcio balilla amatoriale. Collabora con il Centro di Accoglienza Straordinario di Bresso, gestito dalla Croce Rossa Italiana.
«Brace – Breaking baRriers to migrAnts soCial intEgration through football”» è un progetto europeo Erasmus+Sport in corso (2022-2023), confinanziato dalla Commissione Europea, che oltre al Bresso 4 conta partner spagnoli, belgi e portoghesi. Si occupa di far incontrare esperienze di integrazione di persone migranti attraverso il calcio per mettere a regime una metodologia replicabile per altre realtà. Prevede percorsi con varie attività nei diversi Paesi coinvolti e momenti di rete e scambio di conoscenze ed esperienze a livello europeo, con il potenziamento della rete territoriale per un incremento della cultura inclusiva sul territorio.