Scritte pro-abortiste sono comparse sabato sui muri della città e in particolare su quelli del Centro di aiuto alla vita (Cav) ambrosiano di via Tonezza a Milano, in occasione del conferimento dell’Ambrogino d’oro a Paola Bonzi, fondatrice e anima del Cav Mangiagalli.
«Questo posto non serve a niente», «Libero e gratuito accesso all’aborto», «Problema nostro guadagno vostro» sono le scritte anonime comparse al mattino sui muri della sede, dove tra l’altro si è svolto in questi giorni un mercatino di giochi solidali per raccogliere fondi.
«Parole dettate dall’ideologia, incapaci di riconoscere le numerose attività di sostegno e aiuto alle famiglie che il Cav ambrosiano svolge da più di 40 anni nel quartiere e in tutta la città di Milano», fa sapere il Cav attraverso una nota.
«Sono estremamente dispiaciuto di queste scritte – afferma Giulio Boati, presidente del Cav Ambrosiano – dettate dall’ideologia e incapaci di cogliere i profondi mutamenti avvenuti nella nostra società. Oggi il Cav Ambrosiano collabora con ospedali pubblici e i Centri di aiuto alla vita sono prima di tutto luoghi di aiuto concreto».
Il Cav Ambrosiano, infatti, non ha mai operato con l’intenzione di limitare la libertà di scelta delle donne, ma all’opposto di sostenere la libera scelta di donne che decidono di portare avanti una gravidanza e di svolgere i propri compiti educativi, anche in situazioni difficili – si legge ancora nella nota -: madri adolescenti, donne straniere e migranti, donne senza dimora, donne costrette a scappare di casa e accolte in comunità protette.
Un’azione che si riconosce nelle parole pronunciate anche dal sindaco Pisapia durante la consegna dell’onorificenza dell’Ambrogino d’oro: «Milano è una città aperta e generosa. Un luogo straordinario dove è ancora possibile realizzare se stessi e farlo non contro, ma a servizio degli altri».
«In questa ottica il Cav di via Tonezza ha sempre operato – termina la nota -, e continuerà ad operare, contraddicendo le scritte che da sabato mattina campeggiano sui muri di ingresso».