«È un momento in cui si avverte l’autorevolezza, più che l’autorità, dell’Arcivescovo. In una società in cui si continua a parlare, a discutere, spesso a litigare, mettersi in ascolto è qualcosa che a me fa molto piacere ed è anche rinfrancante». In una videointervista esclusiva per i media diocesani (qui sotto), così il sindaco di Milano Giuseppe Sala sottolinea il significato del Discorso alla Città – che l’Arcivescovo pronuncerà questo pomeriggio nella Basilica di Sant’Ambrogio – per lui come primo cittadino e per gli amministratori locali in generale.
Riferendosi ai Discorsi nella storia e agli Arcivescovi che si sono succeduti nel pronunciarli, Sala rileva: «La Chiesa a Milano interpreta e supporta la nostra identità e in questo senso ogni Discorso è stato importante, perché interpreta il momento di una città in continua trasformazione. L’Arcivescovo “vive” molto la città, quindi non percepisce i problemi dall’alto o da lontano, ma li sente profondamente. E in questi anni non semplici Delpini ha sempre riconosciuto l’impegno di chi guida la comunità».
Tra i Discorsi ascoltati da Sindaco, Sala ricorda particolarmente quello del 2018: «Monsignor Delpini ha sempre richiamato all’attenzione e alla difficoltà del fare politica. Quel richiamo, “autorizzati a pensare”, è stato fondamentale. Per me ha voluto dire: basta con dibattiti fini a se stessi, con la voglia di prevalere l’uno sull’altro; pensiamo bene a quello di cui i nostri concittadini hanno bisogno e pensiamo bene a come insieme possiamo realizzarlo».