Un abitare dignitoso, prima emergenza di Milano. Dove la casa ha costi inaccessibili a molti, dove serve un’alleanza civile per sviluppare politiche e azioni in grado di rendere alla portata di tutti il soddisfacimento di un diritto fondamentale. L’arcivescovo Mario Delpini lo va ripetendo da tempo: dalla cattedra di Sant’Ambrogio, dal pulpito laico di interviste giornalistiche e pronunciamenti pubblici. E Caritas Ambrosiana lo sperimenta tramite molteplici canali di contatto con tante persone che si trovano in condizione di fragilità abitativa, o sul limitare della stessa.
Il fenomeno riguarda settori sociali sempre più ampi, che subiscono gli effetti intrecciati del caro affitti, della scarsità di alloggi locati a canone moderato o concordato, del degrado e quindi della non assegnazione di un’ampia porzione del patrimonio edilizio pubblico. E se a soffrirne è oggi anche il ceto medio, a maggior ragione il diritto alla casa è nei fatti negato a gruppi e individui vulnerabili.
Inserimento difficile
Caritas Ambrosiana e il sistema delle sue cooperative da anni accompagnano persone e famiglie rom che vivono in situazione di marginalità e segregazione. Per fare questo, si sono dotati di strumenti e operatori professionali, che testimoniano di aver assistito, negli ultimi anni, a cambiamenti (a volte anche molto rapidi) nel modo con cui i rom abitano la città. Tali mutamenti, in primis il sostanziale superamento degli insediamenti informali sviluppatisi nei precedenti decenni, conducono a un sempre più radicato inserimento scolastico, lavorativo, di partecipazione. Ma questo percorso rischia di bloccarsi di fronte alle difficoltà, burocratiche ed economiche, di accesso a soluzioni abitative stabili.
Ai mutamenti del modo di abitare la città da parte dei rom, al consolidamento dei percorsi di autonomia e inclusione e alla conseguente possibilità di superare forme di illegalità e situazioni di difficile convivenza, è dedicato il convegno «L’abitare rom in transizione», in programma martedì 18 aprile nella sede di Caritas Ambrosiana (vedi qui la locandina). Verrà presentata l’esperienza pluriennale dell’unità mobile Apascial e verranno proposte riflessioni dal mondo accademico, istituzionale, delle rappresentanze degli inquilini e delle agenzie nazionali: una pluralità di approcci e di voci, per evidenziare come l’attenzione a soggetti minoritari e vulnerabili non costituisce una sottrazione di energie e risorse a politiche di interesse generale, ma rappresenta anzi uno stimolo a inquadrare fenomeni e a elaborare risposte che riguardano ampie porzioni della comunità territoriale.
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