«Dobbiamo tutti lavorare perché vi sia sempre personale preparato, così come sia disponibile la tecnologia che aiuta, per esempio, a evitare il propagarsi degli incendi e, soprattutto, permette interventi il più possibile veloci perché, quando si tratta di persone non autosufficienti, è chiaro che bisogna agire subito». Marco Granelli, assessore alla Sicurezza del Comune di Milano, tra i primi a giungere in via dei Cinquecento alla notizia del rogo nella «Casa dei Coniugi» non ha dubbi: i soccorsi sono stati tempestivi; tutti coloro che, a diverso titolo, sono stati chiamati a operare hanno svolto al meglio il loro dovere; ma a livello strutturale occorre continuare a migliorare.
Quale è la posizione del Comune?
Come Amministrazione comunale esprimiamo la massima vicinanza alle persone, ai loro familiari e agli operatori per quanto accaduto. Sono arrivato alle 3 di stanotte, mentre con i direttori della Protezione civile e dei Servizi sociali del Comune di Milano, si stava completando l’evacuazione degli ospiti. I soccorsi sono stati molto tempestivi. Ringrazio anche i Vigili del Fuoco e gli operatori che hanno portato i degenti al pianterreno e sul marciapiede, talvolta a rischio della propria vita.
Come si possono migliorare le Rsa?
Questa tragedia mette ancora più in luce la fragilità di alcune situazioni. Mi ha colpito che, per 4 dei 6 morti, non abbiamo trovato famiglie da avvertire: ciò significa che il loro familiare di riferimento era solo il Comune. Questa realtà ci fa riflettere anche sui modi con i quali la nostra società si deve fare carico delle persone anziane e più fragili.
Di fronte a tali situazioni si tratta, insomma, di capire cosa ci sia da migliorare nelle Rsa…
Nel caso specifico, a fare chiarezza saranno le indagini che avvieremo come Amministrazione comunale con i nostri tecnici, che sono stati sul posto fin da subito. Non ci nascondiamo le difficoltà di trovare, oggi, personale che lavori nell’assistenza alle persone: questo è lo sforzo che dobbiamo fare come istituzioni: pensare sempre a migliorare.
Com’è la situazione degli anziani assistiti a Milano in strutture pubbliche e private?
Milano ha una tradizione consolidata da questo punto di vista e anch’io, come cittadino, ho potuto constatarlo. Certo, bisogna fare in modo che ci siano le strutture, gli operatori sociosanitari, l’assistenza sul territorio, ma occorre integrare sempre di più la struttura sociale con quella sanitaria. Abbiamo la sfida rappresentata dalle Case di Comunità: le persone malate croniche, che non soffrono di una malattia acuta, debbono avere un’assistenza sociale e sanitaria insieme, specie se il disagio è cognitivo.