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Esperienze

Il Sentiero Italia al Ritmo dei passi

L'ex direttore del Csv della provincia di Milano, Marco Pietripaoli, ha deciso di percorrere a tappe gli 8 mila chilometri che costeggiano il Paese, per avvicinare le persone alla consapevolezza ambientale

27 Giugno 2024
Foto Ritmo dei passi

Da Muggia fino a Santa Teresa di Gallura a piedi. A camminare oggi lungo il Sentiero Italia è Marco Pietripaoli, che con lo zaino in spalla ha avviato quest’anno un progetto di promozione ambientale chiamato Ritmo dei passi. «Se oggi mi trovo qui, tra le montagne – spiega Pietripaoli -, è perché un anno e mezzo fa ho cominciato a riflettere su cosa avrei desiderato fare una volta in pensione. Negli ultimi 17 anni sono stato il direttore del Centro Servizi per il Volontariato della provincia di Milano, e volevo trovare un luogo e un percorso che mi aiutasse a riscoprire una mia dimensione spirituale, oltre a mettermi alla prova fisicamente. Quando sono venuto a conoscenza di questo percorso, mi sono immaginato di percorrerlo in tutti i suoi 8 mila chilometri».

Il viaggio ha preso il nome di «Ritmo dei passi», che interpreta un concetto di armonia tipico della montagna, ma non solo. «Quando ho deciso di chiamarlo così – racconta Pietripaoli -, volevo che fosse semplice e che non fosse sottinteso il prerequisito di dover essere degli eroi. “Ritmo dei passi” rappresenta per me un cammino costante e armonioso, alla portata di chiunque voglia mettersi in gioco».

Un percorso che dalle Alpi porterà Pietripaoli lungo gli Appennini, fino ad arrivare in Sardegna. Data la lunghezza del percorso, che necessiterebbe almeno di otto mesi di cammino consecutivi, Pietripaoli ha organizzato il viaggio in una serie di tappe da percorrere ogni anno. Quest’anno, il primo del percorso, è partito da Muggia e attraverserà tutto il Friuli-Venezia Giulia  L’obiettivo è di riuscire a raggiungere il traguardo nell’arco di poco più di una decina d’anni, mantenendosi sempre flessibile e aperto alle opportunità che si presenteranno lungo la strada. 

Foto Ritmo dei passi

A camminare assieme a «Ritmo dei Passi» ci sono diverse realtà, tra cui il Club Alpino Italiano, l’Agesci e il Centro Servizi Volontariato, coinvolte nell’organizzazione di eventi locali lungo le tappe, dedicati ai giovani e all’ambiente. «Quando ho proposto di lavorare insieme per organizzare delle iniziative lungo il percorso – descrive Pietripaoli -, ho ricevuto tantissime risposte positive. Da qui abbiamo siglato un protocollo d’intesa, che successivamente ha permesso la realizzazione di un sito e di una pagina Facebook, dove è possibile seguire tutti gli sviluppi e le attività, oltre a poter monitorare ogni giorno le tappe del mio percorso». 

Pietripaoli infatti coinvolgerà durante il viaggio giovani e comunità locali in una serie di escursioni, attività di manutenzione del territorio ed eventi culturali formativi, per promuovere la sostenibilità ambientale e il volontariato.

Un altro aspetto che ha caratterizzato «Ritmo dei passi» nei primi giorni di cammino è una constatazione delle condizioni del nostro territorio, soprattutto nella differenza tra le montagne italiane e slovene: «Ho camminato molto sul confine. Anche dalle testimonianze che ho raccolto, ho osservato sul versante italiano i resti di molte storie di sfruttamento ambientale tra gli anni Sessanta e Settanta, che ne hanno provocato il successivo abbandono. Oggi lo spopolamento si è arrestato, ma ci sono ancora molte case abbandonate e terreni incolti. In Slovenia ho notato invece una grande consapevolezza: i paesini continuano a essere abitati e c’è una forte attenzione al turismo. In Italia c’è ancora molto da fare per riscoprire e valorizzare il territorio». 

Alcune persone hanno già accompagnato Pietripaoli lungo parte del percorso. Nei primi cinque giorni ha partecipato a «Ritmo dei passi» Sara Bonfanti, la prima donna italiana ad aver compiuto l’intero  Sentiero Italia da sola, nel 2022. «Non sono mancati inoltre diversi momenti toccanti – aggiunge Pietripaoli -: alla partenza da Muggia la banda civica ha organizzato un piccolo concerto per accompagnare i primi metri. A Gorizia un volontario del carcere ci ha invitato a parlare con una decina di detenuti: abbiamo discusso del tema della libertà usando la metafora della montagna. La settimana prossima, al rifugio Fabiani, abbiamo già disposto invece un lavoro di sistemazione e manutenzione dei sentieri con una ventina di ragazzi».