Come sarà la Milano dei nostri figli e nipoti? La rapidità delle innovazioni in cui ci troviamo immersi fanno presagire che, nell’arco di soli vent’anni, il nostro modo di lavorare, consumare, condividere spazi e interessi, amare, entrare in relazione gli uni con gli altri, sarà completamente rivoluzionato. Immaginare il volto della Milano di domani non è però solo un esercizio previsionale più o meno sofisticato, bensì la maniera attraverso cui assumersi la responsabilità di imprimere una direzione al cambiamento d’epoca che salvaguardi e faccia sempre emergere l’umano con coraggio.
Di questo parla il Rapporto sulla Città Milano 2018, edito da Franco Angeli e realizzato dalla Fondazione Ambrosianeum grazie al contributo di Fondazione Cariplo, che sarà presentato lunedì 2 luglio, alle 11.30, presso la sede dell’Ambrosianeum (via delle Ore 3, Milano). Il Rapporto si intitola “Agenda 2040”, l’orizzonte temporale di una road map lungo cui procedere per costruire la Milano che vogliamo: «Politecnica e umanistica, glocale e condivisa, universitaria e turistica, attrattiva, competitiva, plurale e insieme inclusiva, solidale, libera, giusta, pacifica, bella, vivibile per tutti». scrive Rosangela Lodigiani nella sua introduzione.
E non solo: perché la Milano del futuro, se vorrà cogliere e vincere le sfide che le si presentano – prima tra le quali quella di un calo demografico cui nemmeno l’arrivo degli immigrati riesce a far fronte – dovrà anche essere in grado di fronteggiare i narcisismi individuali e collettivi. Nel momento cruciale che la città e la sua area metropolitana stanno vivendo, infatti, «alcuni sintomi possono essere letti in chiave di cedimento alle suggestioni di Narciso… a proposito della visione della città e poi dei comportamenti individuali», scrive Marco Garzonio nella sua presentazione. A fronte di questo, il primo impegno da assumere, secondo il presidente di Ambrosianeum, è «recuperare i contenuti psichici e le energie creative di un’altra figura mitica, quella di Eros»: la sola in grado di generare.
Di tutto questo parla il Rapporto Ambrosianeum 2018, e per farlo assume le periferie (intese «quale straordinario laboratorio nel quale si riscrivono i processi di integrazione e al tempo stesso le linee di tensione e di conflitto», scrive ancora Rosangela Lodigiani) come punto di vista privilegiato sui processi in atto, per interrogarsi sulle priorità da mettere in agenda e per incidere fin d’ora concretamente sul futuro di Milano.
Alla presentazione intervengono Vittorio Biondi (direttore Settore Politiche Industriali e Competitività del territorio di Assolombarda Confindustria Milano Monza e Brianza), Aurelio Mottola (direttore della casa editrice Vita e Pensiero – Università Cattolica) e Gabriele Rabaiotti (assessore ai Lavori pubblici e Casa del Comune di Milano). Presentano il Rapporto Marco Garzonio (presidente di Ambrosianeum) e la sociologa Rosangela Lodigiani, che l’ha curato.